La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare molto diffuso sia in età adolescenziale che in età adulta. Spesso ne sono colpite le giovani adolescenti che trovano nel cibo una via di fuga dalle dinamiche emotive quotidiane; tuttavia anche in età adulta, sia nel genere femminile che in quello maschile, si riscontrano situazioni in cui il cibo viene utilizzato come “strumento” per sentirsi meglio. In realtà il soggetto bulimico non prova realmente fame, ma vive la sensazione psicologica di un desiderio incontrollabile di cibo.
Con il termine bulimia si indica un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal desiderio incontrollabile di cibo, una tendenza sfrenata ad abbuffarsi, ad ingurgitare compulsivamente qualsiasi alimento. La bulimia conduce fatalmente ad una totale perdita di controllo nei confronti del cibo stesso e di conseguenza alla sensazione di non essere in grado di gestire la propria condotta.
Il soggetto bulimico cerca di controllare il desiderio evitando di mangiare, ma quello che ottiene è l’esatto contrario, ossia più si sforza di non mangiare e più si lascia andare a momenti di vere e proprie abbuffate, concedendosi il cibo senza ritegno. Il bisogno di cibo viene vissuto come un modo di reagire alle difficoltà e alle insicurezze della quotidianità.
Tra i principali sintomi della bulimia possiamo annoverare come già sottolineato le ricorrenti abbuffate, episodi che consistono nell’ingurgitare grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi.
Come nel caso dell’anoressia – ma sotto la spinta di motivazioni psicologiche diverse – sovente tali situazioni sono seguite da comportamenti di compensazione per espellere l’eccesso di alimenti, come ad esempio l’uso di lassativi o la pratica del vomito autoindotto. Altri comportamenti di compensazione sono rappresentati dall’uso di diuretici o addirittura di enteroclismi; in molti casi il soggetto bulimico ricorre anche al digiuno temporaneo o ad un intenso esercizio fisico.
Molto spesso coloro che circondano il soggetto in difficoltà cercano di spingerlo a mangiare meno, facendogli notare che sta mangiando eccessivamente ed in maniera smodata. Questa modalità di sottolineare le difficoltà (e la possibile patologia) invece che migliorare la situazione la peggiora, inducendo ancora di più nel soggetto uno strato di frustrazione e di rabbia che lo spingerà ad usare il cibo in maniera disfunzionale.
Il concetto chiave sul quale impostare una terapia psicologica rispetto alla problematica bulimica è la messa a punto di soluzioni che modifichino le modalità di percezione del soggetto riguardo al cibo e alle dinamiche emotive che si trova ad affrontare ogni giorno.
Una strategia molto efficace in questi casi è rappresentata dalla scrittura. Riuscire a mettere su carta tutte le dinamiche emotive che ci tormentano permette di “far emergere” gli aspetti emotivi e ci aiuta a ritrovare una maggiore chiarezza interiore. Si tratta comunque di un esercizio difficile al quale non siamo più abituati, perché ormai i messaggini di testo e le chat più o meno lunghe hanno sostituito la scrittura vera e propria. Naturalmente la scrittura dovrà essere accompagnata da una terapia psicologica condotta sotto la guida di uno psicologo esperto, che consenta di mettere in pratica anche quegli accorgimenti terapeutici specifici studiati ad hoc per il soggetto.
Un’altra strategia funzionale consiste nel cercare di riappropriarsi del piacere del cibo mangiando solo durante i tre pasti principali: colazione pranzo e cena. In particolare la cosa fondamentale è mangiare solamente le cose che piacciono di più; lo stratagemma terapeutico consiste nel far passare l’idea che se ci concediamo psicologicamente il piacere di mangiare vi possiamo anche rinunciare, mentre invece se non ce lo concediamo diventa irrinunciabile.
La terapia breve strategica pone in primo piano la figura del paziente e mira a fornire tecniche personalizzate che consentano al soggetto di trovare soluzioni funzionali, aiutandolo a ritrovare contemporaneamente anche un rinnovato equilibrio emotivo. Il lavoro terapeutico si svolge sia durante le sedute in studio che a casa propria, attraverso l’applicazione di compiti pratici.
Categorie: Disturbi Alimentari
Tag: binge eating, bulimia, disturbi del comportamento alimentare
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