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Hikikomori, ovvero la sindrome da isolamento

19 Settembre 2019

Hikikomori è un fenomeno sociale rilevato prevalentemente in Giappone che sta lentamente diffondendosi in tutta l’Asia (es. in India, Thailandia, Cina, Corea del Sud) ed anche nel mondo occidentale (Europa, Stati Uniti).

La traduzione letterale dal giapponese del termine Hikikomori ha il significato di “stare in disparte” e fa riferimento a quella condizione forzata che la persona decide volontariamente di mettere in atto, confinandosi ed isolandosi dal mondo esterno, in pratica rinunciando ad avere una vita sociale. In Giappone questo fenomeno riguarda principalmente i giovani dai quattordici ai trent’anni, sia maschi che femmine, che scelgono di auto-escludersi dall’ambiente esterno, chiudendosi all’interno della propria camera da letto e rinunciando a qualsiasi contatto diretto anche con amici e familiari. LoHikikomori lascia raramente la propria stanza, al punto di consumare all’interno i pasti che gli vengono lasciati davanti alla porta.

Il governo giapponese ha riconosciuto la rilevanza sociale del fenomeno e ne ha identificato alcuni aspetti peculiari, tra i quali: il ritiro dai contatti sociali per almeno sei mesi ed l’abbandono della frequenza scolastica o del lavoro.

Hikikomori conosciamo meglio questa sindrome

Il ritiro sociale che i ragazzi decidono di mettere in atto chiudendosi nel luogo che infonde loro maggiore sicurezza: la camera da letto, può presentare una durata variabile, può andare da alcuni mesi fino addirittura a diversi anni. La caratteristica principale è proprio quella di evitare ogni forma di contatto e relazione, esercitando una sorta di chiusura totale verso il mondo esterno. Un atteggiamento di rinuncia a vivere, dievitamento, che ricorda molto alcune forme di grave depressione. La sindrome Hikikomori si sta diffondendo nel resto del mondo, in concomitanza con lo sviluppo economico e tecnologico dei vari Paesi più avanzati, con caratteristiche simili – anche se non del tutto uguali – a quelle del Paese di origine.

Il lato psicologico

Nel parlare di Hikikomori non possiamo non tenere presente il ruolo fondamentale delle emozioni e delle caratteristiche della personalità individuale. Una maggiore predisposizione all’introversione o una spiccata sensibilità possono determinare difficoltà a livello relazionale. La conseguenza è quella di non riuscire ad instaurare relazioni apprezzabili e durature, sia a livello famigliare che a livello sociale. Anche a scuola possono emergere fenomeni di molestie come il bullismo, che scatenano nell’adolescente timido una reazione di rifiuto, tale da convincerlo che la soluzione migliore sia evitare il contesto scolastico e richiudersi a casa.

Nel mondo del lavoro succede qualcosa di molto simile quando le problematiche con il colleghi non vengono affrontate nella maniera corretta; si genera così un circolo vizioso in cui la persona si sente vessata, inadeguata al ruolo, e si chiude in se stessa. A livello emotivo si genera un’emozione di tristezza mista a rabbia, che crea una percezione della realtà come minaccia dalla quale fuggire. L’isolamento diventa l’unica soluzione possibile.

Il ruolo delle nuove tecnologie

Fuggire dalla realtà ed isolarsi è un comportamento che spinge la persona a trovare un rifugio nella rete, cioè in un luogo virtuale in cui paradossalmente intrattiene quelle relazioni sociali che rifiuta nel mondo reale. Internet e la realtà virtuale diventano un modo di comunicare, di trovare persone con le quali relazionarsi all’interno delle chat: una vera e propria modalità dicontattocon la società. La navigazione su internet diventa una dipendenza della quale non si può fare a meno.

C’è un assoluto bisogno di rimanere in rete, la mancanza di collegamento internet, e quindi della possibilità di navigare e rimanere in chat, genera una sensazione di astinenza. I sintomi d’astinenza si manifestano con stati più o meno severi di ansia e tensione, che nei casi più gravi possono addirittura sfociare in panico.

L’isolamento rende sempre più difficile riuscire a superare la soglia della stanza-rifugio per interagire con altre persone.

Spesso è difficile e complesso riuscire ad avere consapevolezza di una condizione “Hikikomori” anche quando si ha la sensazione che atteggiamenti quali l’evitamento o l‘isolamento siano l’unica risposta alle nostre esigenze e immaginare una vita differente ci risulta quasi impossibile.

Se hai un famigliare o una persona che soffre di questa condizione contattami per avere maggiori informazioni.

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Tag: adolescenza, genitori, genitorialità, hikikomori

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