Innanzi tutto vorrei chiarire che la sigla TED è l’acronimo di Technology, Entertainment and Design, una Organizzazione internazionale che si prefigge lo scopo di facilitare la diffusione di idee riguardanti una grande varietà di argomenti (dalla scienza, al business, alle tematiche globali) attraverso brevi conferenze tenute da esperti di ogni settore. TEDx Padova è la sigla dell’ente locale, indipendente, organizzatore di peculiari eventi sul proprio territorio. Il TEDx Padova Salon è uno degli eventi satellite all’evento principale, che permettono alla community di rimanere collegati con il TEDx Padova durante tutto l’anno.
Quando cerco di dare una definizione più personale di cosa significhi TEDx per me, entro in un mondo meccanico fatto di ingranaggi, immagino una serie di ruote dentate che si inseriscono una nell’altra, dapprima ferme ed immobili, che iniziano poi lentamente a ruotare e proseguono in maniera sempre più veloce e coordinata. Ogni intervento (speech) che ascolto durante il TEDx fa lavorare gli ingranaggi della mia mente, crea spunti di riflessione, mi fa vivere un’esperienza formativa e di valore. Questo è’ quello che puntualmente mi è successo anche durante l’ultimo TEDxPadova Salon.
Il Salon è un evento satellite che anticipa l’evento annuale di TEDx Padova. Il titolo “come l’acqua” prende spunto dalla considerazione che l’acqua è un elemento fondamentale, qualcosa di cui noi tutti abbiamo bisogno. Allo stesso modo, appunto come l’acqua, anche la solidarietà è qualcosa, un valore, di cui tutti noi abbiamo bisogno e di cui non possiamo fare a meno. E’ questo il grande insegnamento che ci portiamo a casa dall’interessante Salon di lunedì 27 luglio, svoltosi nella meravigliosa cornice del Castello Carrarese in centro Padova. In particolare questo evento sottolinea l’importanza della città di Padova come Capitale Europea del Volontariato per l’anno 2020, ed è stato organizzato appunto in collaborazione con il CSV (Centro Servizio Volontariato) della provincia di Padova. Oggi vorrei brevemente riassumere gli interventi di questo evento sui generis, a mio giudizio così particolare ed emozionante.
Patrizia Tolot, della cooperativa “Down Dadi” di Padova, ci ha fatto entrare nel vivo della loro attività, ci ha fatto capire come affrontare il tabù della diversità di coloro che sono affetti da sindrome di Down. Inoltre ha sottolineato l’importanza della mission della cooperativa: favorire una sempre maggiore autonomia per le persone affette da disabilità intellettive, sia dal punto di vista occupazionale che sociale.
La psicologa psicoterapeuta Patrizia Zantedeschi, responsabile del centro antiviolenza, ci ha illustrato le problematiche che si presentano nel Centro Veneto Progetti Donna. La sua scioccante statistica, ovvero che una donna su tre è vittima di violenza, fisica o verbale, ha riportato l’attenzione su una tematica, quella della violenza sulle donne, che non può essere considerata come argomento scontato e relegata in secondo piano nell’attenzione generale.
Si sono poi succeduti quattro speaker speciali, protagonisti di storie di integrazione sociale, quattro persone le cui storie raccontano di lunghi viaggi e di grandi sofferenze prima di poter finalmente arrivare ad inserirsi e ad integrarsi nel mondo del lavoro, attraverso la Cooperativa di Solidarietà.
Mamadou è stato costretto ad intraprendere un lungo viaggio che dal Mali lo ha portato in Italia; ha vissuto ingiustamente l’esperienza del carcere in Libia, ha visto morire decine di persone durante la traversata in barcone, ha dovuto lottare duramente per riuscire ad integrarsi. Aneto è arrivata in Italia con la promessa di un lavoro in un negozio di scarpe e si è ritrovata invece sul marciapiede. Solo la sua grande forza d’animo l’ha aiutata a scappare e a cercare una nuova vita. Fhad avrebbe potuto essere un grande campione di atletica se le problematiche burocratiche non avessero ostacolato il suo sogno. Anche lui, però, con la forza di volontà è riuscito a rialzarsi e ad integrarsi nel tessuto sociale del padovano. Infine Hannou e sua moglie Youssef hanno raccontato le loro storie. Il primo ha lottato e superato ogni pregiudizio, riuscendo infine a partecipare alla vita politica della città di Padova. Sua moglie ha continuato ad indossare il velo, simbolo culturale in cui si riconosce, contro tutto e contro tutti i pregiudizi.
La presentatrice Francesca Trevisi ha brillantemente condotto la serata e a renderla ancora più prestigiosa hanno contribuito la lettura del “Pranzo di Babette” da parte dell’attrice e scrittrice Lella Costa e le musiche dell’Orchestra Radiomondo, diretta dal maestro Maurizio Camardi.
Con la metafora di quanto sia vitale la solidarietà – esattamente come l’acqua – per chi ne ha bisogno, l’evento sponsorizzato dal TEDx Padova Salon insegna l’importanza dell’aiuto reciproco, del sostegno, dell’integrazione e soprattutto di come quest’ultima sia effettivamente realizzabile nella nostra società.
Categorie: Crescita Personale
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