Il dubbio patologico è un disturbo ossessivo compulsivo, caratterizzato da pensieri che si traducono sotto forma di domande alle quali la persona cerca di dare una risposta, senza riuscire realmente a rispondervi. O meglio la risposta alla domanda si traduce in un’ulteriore domanda, la cui risposta non è certa, creando un labirinto di domande-risposte dalla quale la persona non riesce più a districarsi. Il circolo vizioso di domande e risposte genera una serie di dubbi invalidanti, la persona è costretta a pensare alla stessa cosa per tutta la giornata, senza poter trovare mai pace. Il pensiero si “aggroviglia” come un filo e diventa confusivo e distorto.
Maria (nome di fantasia) arriva nel mio studio con il problema di un dubbio patologico ben radicato. E’ da qualche tempo che si chiede:
“chi sono realmente e cosa farò nella mia vita?”
Alcune volte risponde alla domanda pensando “voglio diventare una manager di successo” ma poi si ferma e si chiede:
“e se non ci riuscissi? Cos’altro potrei fare nella vita?”
Ogni volta che cerca di rispondere alla domanda invece di trovare una risposta definitiva alimenta il dubbio, costruendo nuove domande in un processo iterativo senza fine. Questa situazione le arreca molto stress e non sa come uscirne. In qualche caso ha cercato di trovare la sua risposta coinvolgendo altre persone, ricercando l’opinione di amici e parenti, senza però trovare una risposta valida che la soddisfi.
Anche il tentativo di evitare di pensare non ha dato esito positivo perché ad un certo punto viene assalita dall’ansia e ricomincia a porsi le domande e a riavviare il circolo vizioso.
Come ben si evince anche dal nostro esempio, si possono evidenziare tre modalità che se ripetute non fanno altro che alimentare il dubbio invece di risolverlo. Tali sono:
La ricerca di risposte chiare e rassicuranti a fronte di dubbi che non sono risolvibili, o meglio la ricerca di “risposte corrette” a domande “scorrette” attiva la spirale del disturbo ossessivo compulsivo.
“Forse sto per impazzire?” Tentare dirispondere a questa domanda comporta il rischio di rimanere incastrati nel circolo vizioso “domande- risposte”, ad esempio la risposta:“forse non sono pazzo” genera la successiva domanda “ma se invece lo fossi?” e così via.
Annullare i pensieri scomodi e di cui si ha paura, ovvero la dinamica para
dossale di “pensare di non pensare”. Più cerco di scappare dai miei pensieri e più ne vengo travolto, evitare di pensare è una trapola che prima o poi mi condurrà inevitabilmente a pormi la domanda.
Più cerco di controllare le mie sensazioni, le emozioni, le reazioni fisiologiche e più ne perderò il controllo. La ricerca di controllo del nostro pensiero, delle emozioni e delle sensazioni che percepiamo, non può che portare ad una perdita di controllo. Dobbiamo imparare a gestire i pensieri e di conseguenza anche la percezione delle sensazioni e delle nostre emozioni.
In un prossimo articolo approfondiremo le diverse modalità con cui il dubbio patologico può incastrarci.
La terapia strategica può aiutarti in tutte le situazioni di dubbio patologico in cui il pensiero prende il sopravvento.
Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, compulsione, disturbo ossessivo compulsivo, dubbio patologico, Stress, Terapia Breve Strategica
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