Le crisi adolescenziali che stiamo osservando in questo periodo pandemico risultano essere particolarmente pesanti e gravose. Pur non essendoci ancora dati certi, i professionisti della salute che si occupano di adolescenza hanno rilevato numerosi aspetti problematici accompagnati da conseguenti situazioni di disagio. Nel mio studio di psicologia e psicoterapia mi sono trovato ad affrontare casi di criticità adolescenziali e le difficoltà che i genitori incontrano nella gestione dei figli. Anche i giovani in età post-adolescenziale, tra i 20 ed i 25 anni, stanno vivendo un periodo molto delicato. Emergono numerosi malesseri connessi con il percorso di studi universitari e con le problematiche relative alla ridotta vita sociale.
Durante il periodo delle medie, le difficoltà che ho riscontrato sono principalmente legate agli aspetti relazionali. La gestione della pandemia nella scuola obbliga in moltissimi casi a ricorrere alla DAD, la Didattica A Distanza. Questa situazione che si ripete con una certa frequenza modifica le abitudini dei ragazzi, non consente loro di vivere in maniera continua e serena il rapporto con il gruppo dei pari, dando origine spesso a situazioni di scarsa (quando non del tutto nulla) cooperazione tra i ragazzi.
Nell’ultimo anno della scuola media si innesta anche una sensazione di tensione, di preoccupazione, di ansia vera e propria, collegata ovviamente all’esame finale. Un’altra problematica molto frequente rilevabile in questo periodo, e trasversale ai diversi gruppi di adolescenti, sia ragazzi che giovani, è legata ai disturbi del comportamento alimentare. Nello specifico: la scelta di astenersi dal cibo per non sentire le emozioni negative e di sofferenza. In un primo momento si provano anche un senso di euforia e una maggiore attività dal punto di vista fisico e mentale. In seguito però emerge una fase depressiva con un calo importante della propria autostima.
La pandemia rischia di incentivare nei ragazzi delle scuole superiori una scarsa motivazione e poca voglia di fare. La didattica a distanza in particolare ha contribuito a ridurre la motivazione dei ragazzi, che manifestano grandi cali di attenzione e difficoltà nel rimanere concentrati per tante ore davanti al computer. I casi di ansia e paura patologica sono aumentati notevolmente. Anche il rientro in classe e la necessità di procedere in maniera più spedita rispetto ai programmi, ha contribuito ad aumentare le preoccupazioni. L’ansia da prestazione rispetto alle interrogazioni è aumentata in maniera esponenziale, insieme con la paura del contagio. Come già accennato, questa forte ansia da prestazione sta portando anche a sviluppare problematiche dal punto di vista alimentare: anoressia e bulimia in primis.
La maggior parte dei giovani che ho incontrato in questa fascia d’età mostra patologie di ansia nei confronti degli esami universitari. Si tratta di problematiche che vengono ulteriormente amplificate dalle restrizioni legate alla crisi pandemica. Paura di non farcela, e difficoltà nell’organizzazione dello studio: la rinuncia a proseguire gli studi spesso è proprio legata all’essere sopraffatti dal panico. Ma non solo, anche i continui passaggi dalla modalità online a quella in presenza e viceversa, non sono d’aiuto. Sebbene in alcune situazioni sia preferibile la modalità da casa, in molti altri casi può generare demotivazione e apatia.
Il ruolo della famiglia dal mio punto di vista è preminente, per poter intervenire sin da subito e modificare in termini positivi qualsiasi situazione problematica. Spesso lavoro con i genitori, dando loro indicazioni pratiche rispetto a come modificare il loro modo di relazionarsi con i figli. Sembra quasi impossibile, tuttavia modificando alcuni elementi, come le regole presenti in casa e le modalità di relazione che si hanno nei confronti dei figli, si riesce ad ottenere sin da subito un importante e significativo cambiamento.
La terapia breve strategica ha ovviamente un impatto positivo anche sui ragazzi, che si sentono capiti e ascoltati. Le strategie pratiche che vengono loro fornite li aiutano a migliorare le loro condizioni emotive, e a trovare una via d’uscita di fronte alle problematiche che incontrano. Ci tengo infine a sottolineare l’importanza dei disturbi del regime alimentare. Qualsiasi cambiamento significativo nel regime alimentare, non accompagnato da una prescrizione medica, può essere considerato potenzialmente preoccupante, in grado cioè di comportare disturbi anche gravi, soprattutto – ma non solo – nell’età adolescenziale.
Una breve guida sulle diverse patologie fobiche e sulle strategie per superare ansia e panico.
Una guida sui disturbi del comportamento alimentare e su come la terapia breve strategica favorisce un nuovo benessere alimentare
Categorie: Adolescenza, Genitorialità
Tag: ansia, disturbi del comportamento alimentare, genitori, paura
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