La paura del vuoto in montagna viene spesso considerata parte dell’acrofobia, ovvero la paura dell’altezza e dei luoghi elevati. Una paura irrazionale provocata dalla sensazione di vuoto che può attivare emozioni e reazioni diverse. Vi sono persone che raccontano di provare un senso di forte sudorazione e tachicardia, altre si sentono come paralizzate. Altre ancora invece si sentono soffocare. La paura del vuoto è molto invalidante per chi è appassionato di montagna, l’altezza e i passaggi esposti diventano un vero e proprio ostacolo all’esperienza dell’ambiente montano.
Nell’articolo di oggi ci soffermeremo su alcune forme specifiche di paura del vuoto: le cime ed i sentieri particolarmente critici.
Una delle cose che più amano gli appassionati di montagna è proprio conquistare una vetta. Il momento più appassionante, il culmine di una fatica psicologica e fisica, l’arrivo in cima. Indipendentemente dall’altitudine e dalla tipologia di vetta, ci sono persone che soffrono in maniera particolare il momento finale dell’escursione. La sensazione che si rischia di provare è quella di paura di perdere il controllo, accompagnata da sintomi fisici paralizzanti. Non è semplicemente una vertigine, si tratta proprio di paura. Recentemente, durante un percorso di psicoterapia, una paziente ha indicato proprio quel momento preciso, l’arrivo, in cui le scatta la paura. Ormai è quasi come se la aspettasse, il traguardo è ad un passo ma l’ansia stringe già la gola.
Molti pazienti che seguo per la paura dell’altitudine e del vuoto in montagna mostrano un particolare timore per i tratti esposti, quando cioè su un lato del sentiero si trova un pendio molto scosceso oppure verticale. La paura del vuoto in queste situazioni aumenta moltissimo. E’ il caso tipico del passaggio di una cengia molto esposta: se da un lato la parete offre almeno psicologicamente un senso di tranquillità (si possono trovare degli appigli), dalla parte opposta c’è il vuoto. E’ proprio questa l’idea che scatta nella mente e non lascia spazio alla serenità dell’escursione. Sebbene il sentiero possa essere percorso senza particolari competenze tecniche, in sicurezza, la paura ed il pensiero di poter cadere diventano invasivi. I pazienti raccontano di studiare in anticipo e con la massima attenzione il percorso, in modo da non trovarsi ad affrontare uno sforzo emotivo invalidante, o addirittura a dover decidere di non proseguire e tornare indietro.
Un piccolo stratagemma che possiamo utilizzare è quello di concentrare tutta la nostra attenzione su un gesto oppure un movimento. Quando siamo in una situazione in cui la paura del vuoto sta prendendo il sopravvento, possiamo ad esempio concentrarci sulle nostre mani. Se abbiamo con noi le racchette da montagna, possiamo stringerle con forza, impugnandole in maniera decisa. Concentrando la stretta delle mani sulle racchette riusciamo a distrarci in parte dalle nostre sensazioni. Focalizziamo il movimento e riusciamo a completare il passaggio esposto o a superare il momento delicato in cima alla montagna. In alternativa, nel caso in cui non usassimo le racchette, potremmo anche semplicemente stringere le mani chiuse, pigiando sul pollice sempre in maniera decisa, concentrandoci su questa stretta. E come nel caso precedente superare il momento di tensione.
Questa tecnica è utile per superare un momento di difficoltà. Distrarsi dalle proprie sensazioni è molto utile nei casi in cui l’ansia rischia di prendere il sopravvento. Tuttavia per vivere l’esperienza in montagna nel migliore dei modi può diventare determinante intraprendere un percorso di terapia. Durante le sedute si affrontano le paure specifiche, sia a livello di sensazione, riducendo i sintomi, sia a livello di pensiero ossessivo. In poche sedute è possibile sbloccare la propria ansia per poi successivamente lavorare sul consolidamento dei risultati a lungo termine. Vivere la montagna con serenità è qualcosa di unico, l’ansia può essere invalidante e ridurre significativamente la qualità dell’esperienza che inseguiamo con passione.
Categorie: Ansia e panico
Tag: acrofobia, ansia e panico, montagna, paura del vuoto, vertigini
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