Come “volare” in arrampicata? C’è veramente una risposta a questa domanda? Dal mio punto di vista, indipendentemente da qualsiasi aspetto tecnico, la cosa fondamentale è essere mentalmente preparati. Quando le nostre emozioni prendono il sopravvento si rischia di ridurre la passione nei confronti dello sport, a volte al punto addirittura di mettere tutto in discussione. Nell’articolo di oggi vedremo come arrampicare concentrandoci sul ruolo della nostra mente e delle emozioni.
“Era la prima volta che mi succedeva. Stavo arrampicando su uno spigolo a circa dieci metri da terra. Dovevo spostarmi verso sinistra, era la prima volta che mi stavo approcciando su quella via. Non sembrava un passaggio difficile, a posteriori direi semplice, anche per il mio livello. Tuttavia ho iniziato ad annaspare. Fiato corto, probabilmente poco ossigeno al cervello. Ho guardato giù e le gambe hanno cominciato a tremare. Ho parlato con il mio compagno che stava facendo sicurezza, gridando che non me la sentivo di andare avanti. Lui ha insistito, ha detto che alla peggio sarei caduto. L’avrei strozzato, magicamente però mi sono sentito meglio e sono andato avanti nella scalata.”
“Solcare il mare all’insaputa del cielo” è un aforisma che in Terapia Breve Strategica spiega benissimo il concetto di affrontare la paura senza quasi preoccuparsene. Nella situazione sopra descritta il momento chiave è stato quello di parlare con il compagno. Un momento in cui, staccando l’ascolto dal proprio corpo, la mente torna orientata all’obiettivo. In questo caso specifico: superare lo spigolo spingendosi oltre verso la fine della via. Qualcuno potrebbe semplicemente pensare ad una “distrazione” che ci aiuta a non avvertire la paura, ma in verità si tratta di molto di più. Le sensazioni corporee non possono essere semplicemente ingannate, bisogna invece fare un lavoro decisamente differente, ossia spostare il focus dall’ascolto delle sensazioni al compito che vogliamo portare a termine.
“Grazie al percorso di psicoterapia ora affronto la paura. Non sono realmente ancora volato, però spesso mi sono spinto oltre il rinvio e anche oltre la paura”. La paura di volare è uno “spauracchio” anche quando la maggior parte delle volte il volo non è poi così drammatico. Anzi può persino diventare un momento quasi piacevole di adrenalina pura. Ovviamente l’idea di poter volare ci mette in grande difficoltà. La mente si arrovella in pensieri ed emozioni contrastanti. La paura infatti si manifesta proprio con pensieri insistenti, ossessivi, e con sensazioni pesanti di ansia. Consiglio spesso nel mio blog di calarsi in maniera ancora più approfondita dentro questa sensazione di paura. La reazione più logica e più frequente è quella di fuggire dall’ansia, ed invece è proprio calandosi a fondo nelle sue sensazioni che si ottiene un effetto contrario e stranamente rilassante.
Nella mia esperienza di psicoterapeuta ho incontrato molti atleti e appassionati di arrampicata che sperimentano la paura in maniera bloccante. Continuano ad insistere, studiando le vie, provando e riprovando modalità di controllo, sforzandosi emotivamente di mantenere una rigida autodisciplina. Il rischio però è quello di vivere tutta l’esperienza dell’arrampicata come un peso. Non vogliamo mollare, però lo sforzo è eccessivo, sia fisico che mentale. In questi momenti può essere utile chiedere un supporto psicologico che ci aiuti a tornare a vivere con piacere l’esperienza dell’arrampicata .
Categorie: Ansia e panico
Tag: arrampicata, gestione delle emozioni, paura
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