Tra pochi giorni le aziende saranno autorizzate a varare la fase 2 della lotta al contagio da Corona virus e per molti di noi sarà possibile finalmente uscire di casa e tornare al lavoro. Non sarà un vero e proprio ritorno, perché con il telelavoro (quello che impropriamente siamo stati abituati a chiamare “smart working”) siamo rimasti collegati e abbiamo continuato, bene o male, a lavorare da casa, con tutti i vantaggi ed i problemi del caso. Adesso si inaugura una nuova fase sperimentale e la domanda che tutti si pongono è “come sarà tornare a lavorare in ufficio (o in fabbrica o in negozio)?
Certo non sarà come tornare dalle vacanze, il contesto è ben differente. Dovremo abituarci a regole nuove, a norme di sicurezza (contingentamento dei mezzi di trasporto, controllo della temperatura corporea, obbligo di indumenti di protezione, distanziamento sociale, etc.) che cambieranno il nostro modo di concepire ed approcciare il lavoro. Tutto questo può facilmente generare uno stato di ansia, il pensiero di dover rientrare diventa pressante, le difficoltà vengono avvertite quasi come un vero e proprio incubo.
Per stemperare queste sensazioni spiacevoli possiamo cominciare a riflettere su nuovi obiettivi, cercando le proposte che sentite come più vicine e realizzabili. La domanda che potreste porvi è: “Cosa mi piacerebbe fare di diverso da quello che normalmente faccio nella mia routine quotidiana lavorativa?” Provate ad immaginare nuovi obiettivi, qualcosa di realizzabile nell’immediato e di facilmente raggiungibile. Non mirate troppo in alto, pensate a cose semplici nell’ambito del lavoro e fissate un piano di azione per poterle realizzare.
Probabilmente il periodo di “stand by” ed il vincolo della quarantena non sarà stato del tutto rilassante, e nemmeno il ritorno al lavoro rischia di esserlo. Per questo motivo è opportuno cercare di anticipare possibili momenti di difficoltà attraverso la ricerca di una forma di gestione degli eventi. E questo si può attuare facilmente proponendosi degli obiettivi semplici e concreti da realizzare nell’immediato.
Solo se continuiamo a proporre e ad accettare il cambiamento nella nostra vita, riusciamo a viverla in maniera più flessibile. Nel seguente video puoi approfondire come superare l’ansia da rientro:
Non per tutti il periodo di lockdown in casa è stato così traumatico come ci si poteva aspettare, molte persone hanno ritrovato il tempo da dedicare a se stesse, ai figli e alla famiglia. Certo sono stati necessari un po’ di adattamenti, perché lo spazio abitativo è improvvisamente diventato più piccolo. Ognuno ha dovuto organizzare la propria giornata in funzione degli orari, degli impegni e delle attività dei singoli (es. lavoro al computer, attività didattica dei figli, momenti di svago, etc.), ma alla fine si è entrati in un’ottica di condivisione e di maggiore ascolto reciproco.
Per molte famiglie questa situazione imposta alla fine si è rivelata come una inattesa esperienza positiva, mentre il ritorno ad una semi-normalità con la “Fase 2” di ripresa produttiva rischia di alterare nuovamente il ritrovato equilibrio. Inoltre ci sono da considerare ulteriori fattori di stress dovuti alla difficoltà, in molti casi, di gestione dei figli, dal momento che le scuole di ogni ordine e grado riapriranno dopo l’estate, o ai problemi di trasporto da risolvere, per raggiungere il posto di lavoro.
Quanto sarebbe più semplice poter rimanere nel proprio intimo ambiente familiare! Invece si devono affrontare una serie di problemi che possono far insorgere stati d’ansia più o meno gravi. Come fare per prevenire e limitare queste sensazioni angosciose? Dobbiamo cercare di abituarci nuovamente a questo cambiamento, gestendo le nostre emozioni giorno per giorno.
Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, ansia da rientro, coronavirus, fobie, monofobie, panico
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