Ansia e depressione in adolescenza sono sintomi che i ragazzi si trovano spesso a sperimentare. Delusioni amorose, difficoltà scolastiche e scontri in famiglia sono esempi di condizioni “classiche” del periodo adolescenziale. Situazioni ed eventi che descrivono bene la classica battaglia interiore tra il rimanere all’interno del contesto domestico o il cercare invece approvazione di sé e dei propri comportamenti all’esterno del nucleo familiare. Tuttavia in questi due anni di pandemia le cose sono molto cambiate. La mancanza di una via d’uscita immediata e visibile, ha portato i ragazzi a vivere la propria situazione in una maniera molto complessa dal punto di vista emotivo. L’impossibilità di svolgere una “vita normale”, fatta di viaggi, uscite, incontri e momenti di interazione con i pari, ha comportato una chiusura relazionale che spesso si è concretizzata in episodi depressivi e di ansia.
La salute mentale psicologica dei ragazzi è a rischio. Già in un precedente articolo:
descrivevo le grandi difficoltà che i ragazzi si trovano a vivere e le crisi emotive che stanno affrontando. Il XXIII congresso nazionale virtuale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) afferma che i casi di adolescenti con problematiche di depressione sono in deciso aumento, praticamente raddoppiati rispetto al periodo pre-pandemia (fonte “La Repubblica”). Il rischio è soprattutto legato alla chiusura relazionale che può compromettere, anche in futuro, la salute psicologica degli adolescenti. Una chiusura emotiva e solitudine legata alla diminuzione di socialità che si sono trovati a vivere, alle paure del contagio e quindi all’impossibilità di continuare a condurre una loro vita autonoma. Per la prospettiva futura dei ragazzi è fondamentale intervenire subito, fin da ora, cercando di sbloccare il momento di difficoltà e favorendo anche un momento di supporto dal punto di vista psicologico.
Molti ragazzi sono arrabbiati. Un sentimento di rabbia indirizzata verso la società in generale ma che ha riflessi importanti anche dentro loro stessi. La mancanza di punti di riferimento e il dover stare chiusi in casa con i genitori, ha determinato l’impossibilità di sviluppare e perseguire la propria indipendenza. Essere in uno stato di chiusura emotiva per una tempistica così lunga può portare a conseguenze più negative rispetto ad un episodio singolo. Il fatto di non avere intorno un contesto sociale che aiuta, ma che invece aumenta i sentimenti di ansia e frustrazione, rende oltremodo difficile uscire dal disagio mentale.
E’ chiaro che per chi presentava fragilità anche prima del Covid-19 il momento attuale è ancora più complesso e difficile da superare. La rabbia è un’espressione di disagio, di difficoltà nel non riuscire a trovare una via d’uscita. Non sempre la rabbia è disfunzionale, tuttavia in questo particolare momento storico la rabbia degli adolescenti è il chiaro segnale che bisogna intervenire con sollecitudine ed aiutarli a transitare verso una maggiore serenità psicologica.
Il consumo di sostanze e alcol non è diminuito. Il disagio dei ragazzi si sta esprimendo in molte forme. Una di queste è l’assunzione di sostanze e alcol, soprattutto nei pochi momenti in cui si può stare insieme. Momenti in cui invece di avere esperienze funzionali e costruttive, il gruppo dei pari esercita un’influenza negativa collegata al consumo di sostanze e/o alcol. Inoltre un’altra dipendenza problematica può essere legata ad un eccessivo utilizzo dei social media, della rete e quindi di telefoni cellulari e computer. Se da un lato può essere importante mantenere e sviluppare relazioni anche virtuali, da un altro punto di vista il rischio è quello di “intossicarsi” e non riuscire a rinunciare al cellulare e alla presenza in rete. Questo tipo di dipendenza genera molto rapidamente comportamenti compulsivi e di assuefazione al mondo virtuale di internet.
Nelle situazioni di depressione o di ansia dei propri figli molti genitori si interrogano rispetto a quale sia la migliore terapia e come intervenire. Dal mio punto di vista è consigliabile un approccio attraverso la Terapia Breve Strategica, mediante la quale cerco di fornire ai ragazzi strumenti che consentano loro di affrontare e superare i momenti di difficoltà. Inoltre lavoro con la famiglia per fornire suggerimenti rispetto alle modalità relazionali con i figli, più adatte ed utili a supportarli e a star loro vicini. Un lavoro terapeutico di supporto che favorisce rapidi miglioramenti della condizione psicologica, che devono poi essere mantenuti e consolidati nel tempo.
Categorie: Adolescenza, Ansia e panico, Genitorialità
Tag: adolescenza, ansia, depressione, Terapia Breve Strategica
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