Il cambiamento – soprattutto nel caso di un evento negativo – è qualcosa che ci pone di fronte ad una situazione inattesa e, a volte, quando si tratta di un evento improvviso o inatteso, ci spaventa. In senso lato, noi siamo in grado di resistere ad ogni forma di cambiamento, ad esempio il nostro corpo, di fronte ad un’improvvisa variazione climatica, mette in atto tutta una serie di contromisure per salvare l’organismo e permettergli di sopravvivere.
E’ quello che accade in ogni situazione di novità o di grande trasformazione, non solo a livello organico ma anche a livello mentale e psicologico. Un evento critico, improvviso, complicato, ci mette nella posizione di dover essere flessibili, di trovare soluzioni impensate, mettendo in campo una serie di competenze peculiari per superare il momento di difficoltà. In questo delicato momento che ognuno di noi sta vivendo, in qualità di professionista ritengo fondamentale poter dare il mio contributo, e lo faccio attraverso questo articolo sul “cambiamento”.
Ogni forma di cambiamento, sia positivo che negativo, è strettamente collegata alle nostre dinamiche emotive. Le emozioni innescano una percezione della realtà che può portarci in poco tempo a tradurre il mutamento in qualcosa di “normale” o comunque più accettabile, più tollerabile ai nostri occhi. Le emozioni possono essere una risorsa che facilità il nostro processo di cambiamento, anche se in qualche caso possono diventare anche un ostacolo. Quando le emozioni prendono il sopravvento e non riusciamo a controllarle al meglio, il rischio è che non si riesca a gestire in maniera adeguata la realtà che ci circonda.
Nello specifico, in questo periodo, ogni settimana, anzi quasi ogni giorno, siamo posti di fronte ad un cambiamento. Gli aumenti di casi di contagio per coronavirus, le notizie dal mondo scientifico, le disposizioni governative che vengono aggiornate praticamente ogni giorno. Se non riusciamo prontamente ad affrontare a livello emotivo questi mutamenti repentini rischiamo di esserne completamente travolti.
Senza entrare più di tanto nella logica dell’interazione fra l’individuo e la realtà, semplificando, possiamo identificare due tipi di cambiamento. Il cambiamento di tipo lineare è quello che ci permette di dare la giusta importanza alle cause del cambiamento. Ad esempio, posso arrivare ad accettare che il fumo faccia male alla salute seguendo i consigli del mio medico, di conseguenza sono in grado di decidere di smettere di fumare, attuando così un cambiamento lineare, frutto di una mia decisione responsabile.
Ma a fronte degli eventi drammatici con cui ci stiamo confrontando oggi è più opportuno parlare di un secondo tipo di cambiamento, quello catastrofico. Improvvisamente siamo stati proiettati in una situazione completamente nuova, rispetto alla quale dobbiamo immediatamente adeguarci. La nostra routine quotidiana viene stravolta perché il grande impatto sociale che stiamo sperimentando è di una complessità incredibile.
Per affrontarlo in maniera adeguata possiamo ricorrere al concetto di cambiamento strategico, che è ben esemplificato dal concetto della piccola palla di neve che inizia a rotolare dalla montagna e che man mano si ingrossa fino a diventare una valanga vera e propria (il cosiddetto ’“effetto valanga”),. Sono cioè i piccoli cambiamenti, quelli “step by step”, che conducono ad un cambiamento finale importante e funzionale.
Vi propongo allora di affrontare il cambiamento che ci viene imposto, suddividendolo in piccoli cambiamenti quotidiani che di giorno in giorno apportiamo alla nostra routine. Iniziamo ad esempio cercando di leggere un po’ meno notizie drammatiche, concentriamoci di più sulla nuova vita casalinga. Iniziamo a parlare anche di altro e non solamente del coronavirus; studiamoci delle abitudini diverse dal solito che però prevedano azioni quotidiane precise e mirate. Occupiamo la mente (magari leggendo), utilizziamo le nostre abilità manuali (facciamo cose con le mani: bricolage o anche solo cucinare); entriamo dentro questa nuova situazione, facciamolo nostro e cerchiamo di vivere il più serenamente possibile. Possiamo solo attendere, ma così facendo l’attesa può essere resa meno stressante.
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Tag: cambiamento, cambiamento strategico, Terapia Breve Strategica
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