Cocaina e perversioni sessuali sono un binomio poco trattato dalla letteratura scientifica e non. Nella mia tesi di laurea, scritta nel 2006 insieme alla Dottoressa Maria Chiara Forcella, avevamo trattato proprio l’argomento sessualità nel campo delle dipendenze. Lo studio aveva messo in evidenza come la sessualità assuma un ruolo secondario rispetto all’assunzione di sostanze di abuso. Le sostanze d’abuso (ad es. alcol, cocaina ed eroina) prendono completamente il sopravvento, il piacere sessuale non è più un reale elemento di soddisfazione. Da quel lontano 2006 ho approfondito le tematiche della dipendenza patologica, attraverso moltissimi studi, pazienti ed esperienze nel campo. L’articolo di oggi introduce questo tema attraverso alcune storie vere di consumo di cocaina e perversioni specifiche.
Alcuni pazienti definiscono l’esperienza del consumo prolungato come il momento in cui perdono la concezione dello spazio e del tempo. Può accadere qualsiasi cosa, i comportamenti “normali” non hanno più senso, i soldi non contano più nulla, la sostanza d’abuso, qualunque essa sia, prende il sopravvento e si mettono in pratica atteggiamenti al limite del consentito. Le perversioni sessuali sono un esempio di comportamenti al limite che possono diventare gravi o problematici a causa del momento particolare in cui vengono messi in atto. Vedremo adesso alcuni esempi.
S., nome di fantasia, consuma cocaina da molti anni. Ha una vita normale, un lavoro, una famiglia, un figlio. Tuttavia una volta alla settimana non resiste al richiamo e consuma cocaina in maniera pesante. Inizia la sera dopo il lavoro e quando rientra a casa – a volte addirittura il giorno successivo – le sue condizioni sono drammatiche. E’ letteralmente distrutto, non riesce quasi a stare in piedi. Questo quadro è aggravato dal fatto che molto spesso S. si accompagna ad un trans e continua a fare uso di sostanza con lui. Le ore volano, così come il consumo di sostanza. S. non si spiega questo suo comportamento, senza il consumo di sostanza non andrebbe con un viado, ed invece in quei momenti non resiste e sente il bisogno di trasgredire.
Quando ho conosciuto P. la sua problematica di consumo di cocaina era circa di una volta al mese, con tre giorni di consumo non stop. Racconta di avere un forte desiderio non solo della sostanza ma anche e soprattutto del rituale che si crea. Una volta acquistata la sostanza chiama una ragazza che conosce da tempo e la paga per poter stare con lei. Non è interessato ad avere rapporti, gli piace consumare, annusarle le mani ed i piedi. Da questa situazione prova un piacere che non riesce a spiegare. Il problema ovviamente si presenta quando finisce la sostanza ed anche i soldi. Si sente male, distrutto fisicamente e psicologicamente. Non riesce a rialzarsi per giorni. La situazione familiare è ai limiti, non sa come uscirne.
Nelle situazioni di cui abbiamo parlato sopra si evince un denominatore comune: i comportamenti al limite e il rischio. Il consumo di sostanze alimenta le trasgressioni, attivando comportamenti esagerati al limite della perversione. In entrambe le situazioni sopra descritte la perdita di controllo è totale, non c’è più nessuna cornice, si perde anche il concetto di valore dei soldi. Queste forme di perversione nascono al momento del consumo e mettono in luce i lati più problematici della personalità e le difficoltà emotive e psicologiche dell’individuo. Il lavoro terapeutico si deve pertanto incentrare sulle dinamiche di consumo, sulla funzione della sostanza e sul come ritrovare l’astinenza.
Categorie: Dipendenze
Tag: cocaina, dipendenza da cocaina, dipendenza da sostanze, perversioni sessuali, sessualità
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