Come posso migliorare la mia performance in arrampicata? Ovviamente la risposta che andremo a dare a questa domanda nel presente articolo, sarà orientata ad un ragionamento prettamente psicologico. L’allenamento fisico e tecnico non può che migliorare la nostra performance. Tuttavia, come tantissimi arrampicatori sanno benissimo, se la nostra mente non funziona correttamente, rischiamo di vanificare totalmente il nostro allenamento fisico. Ma come possiamo migliorare la performance lavorando sulla nostra mente e superando in nostri blocchi interiori?
I copioni relazionali sono una sorta di filtro di lettura della realtà. Ma partiamo dal principio. Ognuno di noi cerca di mantenere il proprio equilibrio emotivo proprio mediante i copioni relazionali. Una sorta di “memoria procedurale”, un magazzino di informazioni, che attiviamo in maniera inconsapevole. Esperienze ripetute nel tempo ci aiutano a strutturare i copioni, in modo da rendere le cose più semplici da un punto di vista cognitivo.Possiamo definire il copione relazionale un “pattern di comportamento”, cioè azioni standardizzate acquisite con l’esperienza, che replichiamo semplicemente perchè le troviamo funzionali. E come agisce il copione relazionale in arrampicata?
M. (nome di fantasia) cerca di gestire le sue salite in parete basandosi su quello che accade durante l’avvicinamento. Se percepisce che le condizioni meteo sono buone, il clima relazionale positivo e la vista dell’attacco della via si presenta ottimale, le cose sembrano mettersi bene. In caso contrario, se uno di questi elementi non è funzionale, inizia a pensare negativamente anche alla salita. Una sorta di pensiero funzionale o disfunzionale a seconda dei casi, che regola anche la performance in arrampicata. Osservazioni che hanno un’influenza eccessiva, nel senso che possono determinare la nostra giornata in falesia oppure su una via. Il punto è che il copione relazionale in questo caso rischia di influire sulla nostra performance.
L’idea è che se non abbiamo “good vibrations” a livello interiore, rischiamo di vivere l’arrampicata in maniera disfunzionale, anche quando in realtà le cose non sarebbero per forza negative. La nostra percezione della realtà e dell’ambiente che ci circonda è importante. Tuttavia allo stesso modo può essere fondamentale cercare di indirizzare i pensieri in maniera positiva, verso una maggiore concentrazione e focus. Se siamo preparati atleticamente e tecnicamente siamo anche in grado di sopperire ad eventuali percezioni di pensiero disfunzionali. Ciò non significa che dobbiamo azzerare le nostre riflessioni intime. E’ ovviamente impossibile “pensare di non pensare”, perciò dobbiamo cercare di farlo in maniera funzionale, gestendo al meglio il flusso delle riflessioni.
Nell’articolo di oggi vi ho parlato di copioni relazionali, il mio suggerimento è di iniziare ad auto-ascoltarvi. Provate a fare un lavoro di consapevolezza interiore, facendo emergere quello che è il vostro personale copione relazionale. Osservate il modo in cui vi relazionate con la parete, con i vostri limiti, e con i momenti di maggiore difficoltà. Ascoltate le emozioni, appuntatele sul telefonino oppure su un quaderno. Siete più frustrati o arrabbiati per un movimento sbagliato? Avete paura del volo oppure di non riuscire ad aprire il tiro? Fate un lavoro di consapevolezza su voi stessi, questo è il punto di partenza per capire il vostro copione relazionale, e quindi per iniziare a gestirlo al meglio.
Categorie: Crescita Personale, Psicologia dello Sport
Tag: ansia, arrampicata, copioni relazionali, crescita personale, paura, performance
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