Come riconoscere se una persona è anoressica? Questa è una delle domande che i genitori si pongono spesso, per capire se il proprio figlio o figlia siano sulla strada di diventare anoressico/anoressica. A volte non solo i genitori, addirittura anche gli amici stretti – e in qualche caso pure i colleghi di lavoro – si preoccupano per la salute di una persona a loro vicina e cara. Descriveremo nell’articolo i principali sintomi dell’anoressia in modo tale da chiarire quando la sintomatologia può essere considerata problematica.
In moltissimi casi i genitori, o le persone vicine alla persona che soffre di una problematica alimentare, riconoscono l’esistenza di una qualche difficoltà ma non riescono a “metterla a fuoco”. Qualcosa non sta andando come dovrebbe, tuttavia non si riesce a capire esattamente cosa stia succedendo e come intervenire.
La persona a noi vicina inizia a non mangiare, ad evitare con qualche scusa i pasti, o più semplicemente a ridurre in maniera importante la quantità di cibo. In un primo momento questa situazione può anche essere immaginata come positiva, può trattarsi semplicemente di una maggiore attenzione e cura rispetto all’alimentazione.
Magari legata ad un momento particolare della crescita o ad una esigenza stagionale (ricordate la prova costume prima delle vacanze estive?). Purtroppo in seguito si scopre che l’attenzione nei confronti del cibo è divenuta maniacale, eccessiva, quasi ossessiva. Un controllo esasperato della tipologia e delle quantità di cibo, che non consentono di alimentarsi in maniera serena e soddisfacente.
Abbiamo visto che non appena la persona a noi vicina pratica un controllo eccessivo delle quantità di cibo, la situazione rischia di farsi preoccupante. La difficoltà sta proprio nel capire quando sia il momento di intervenire e di iniziare ad aiutare la persona a noi cara. Nello specifico: la riduzione del peso è un segnale inequivocabile, significa che bisogna agire immediatamente perchè il controllo delle quantità di cibo è diventato pericoloso.
Capire cosa stia vivendo internamente una persona che soffre di anoressia non è semplice. Dal punto di vista emotivo la paura di ingrassare rischia di tramutarsi in una totale chiusura relazionale nei confronti degli altri. L’anoressica/o si protegge ponendosi al sicuro dietro uno scudo psicologico, che gli consente di mantenere il controllo delle emozioni e di non lasciarsi andare. Le emozioni – sia positive e piacevoli che di sofferenza – sono considerate un pericolo. L’anoressia inizia con la paura di ingrassare e si mantiene attraverso un controllo forzato delle emozioni, che la persona anoressica esercita di continuo per la paura di perderne la presa.
In primo luogo è importante osservare le sue abitudini alimentari, in modo da capire se vi siano stati cambiamenti più o meno significativi. In secondo luogo l’atteggiamento nei confronti del cibo fa la differenza. Se emerge una sorta di “ossessione” rispetto a cibi buoni o cibi cattivi, salutari o meno salutari, probabilmente la persona è entrata in un circolo vizioso legato all’alimentazione. Anche le scuse per evitare di mangiare sono uno dei primi segnali che la situazione potrebbe peggiorare e così pure l’eccessivo esercizio fisico può essere legato alla volontà di perdere peso rapidamente e in maniera costante.
Se sei un famigliare, un amico oppure il collega di una persona che inizia a manifestare qualche sintomo dubbio riguardo alle abitudini alimentari, è importante osservare in maniera approfondita i suoi cambiamenti di comportamento. Non tutte le situazioni evolvono verso una patologia conclamata di tipo anoressico, per questo è utile arrivare a capire in tempo l’eventuale problematica. Riuscire ad intervenire in maniera sollecita è fondamentale per scongiurare il peggioramento delle condizioni di salute dei nostri cari.
Categorie: Disturbi Alimentari
Tag: anoressia, disturbi del comportamento alimentare, Terapia Breve Strategica
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