Cosa si intende per Ghosting? La traduzione letterale è: “diventare un fantasma”, metaforicamente rende bene l’idea di cosa significhi il termine. Se spostiamo il focus nell’ambito relazionale riusciamo ad intravvedere una situazione a dir poco complessa e difficile. Fare ghosting significa interrompere una relazione sparendo nel nulla. Quindi in realtà non c’è una vera e propria assunzione di responsabilità nel chiudere la relazione, ma un semplice scomparire nel nulla. L’articolo di oggi analizza e racconta alcune esperienze specifiche che ho affrontato all’interno del mio studio di psicologia e psicoterapia.
Il web ha purtroppo facilitato lo sviluppo di questa problematica. Moltissime relazioni iniziano e finiscono online. Sparire a livello virtuale è decisamente più semplice. Smetto di rispondere in chat e sparisco. Ma cosa accade dall’altra parte del video o del cellulare? Il silenzio può diventare veramente doloroso, può provocare sofferenza e momenti di rabbia. Una punizione silenziosa che può anche comportare momenti di forte ansia. Nella mia esperienza professionale ho potuto sperimentare alcune differenti tipologie di reazioni. In certi casi qualcuno addirittura dichiara di “non aver sentito niente”, cioè di non aver avuto cedimenti emotivi nel chiudere una relazione virtuale, anzi di aver “archiviato la pratica” in maniera impersonale, rapida e indolore. Senza voler esagerare possiamo leggere in questo fenomeno un rifiuto, una indifferenza e soprattutto l’incapacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
M. (sigla di fantasia) inizia il percorso di psicoterapia in un momento difficile di ansia e sofferenza. Ha conosciuto una ragazza in una applicazione di incontri e l’ha frequentata per un paio di mesi. Racconta di aver passato anche alcune serate con lei; ricorda pure un momento di intimità per lui molto significativo. Nel giro di pochi giorni però il suo contatto ha iniziato a rispondere sempre meno ai messaggi, fino a che improvvisamente ha smesso di scrivergli. Lui ha anche provato a chiamarla ma lei non ha risposto. M. ha iniziato ad avere pensieri intrusivi, non capisce bene dove ha sbagliato, non riesce a capire il motivo del silenzio. Si sente bloccato emotivamente, costruisce continuamente scenari differenti per giustificare il silenzio e l’abbandono, non si dà pace. Pur essendo stato breve il periodo di frequentazione, la sofferenza che prova è sincera ed è diventata invalidante da un punto di vista psicologico.
Probabilmente se nella situazione precedente vi fosse stata una forma di chiusura “formale”, le cose sarebbero state differenti. M. sarebbe comunque stato male dal punto di vista emotivo, tuttavia avrebbe elaborato diversamente l’accaduto. E’ proprio la mancanza di una chiusura che porta a vivere questo fenomeno in maniera così angosciante. I dubbi si moltiplicano, pensiamo di avere sbagliato qualcosa ma non sappiamo bene dove e perchè. Talvolta ci viene il dubbio che all’altra persona possa essere successo qualcosa di preoccupante, un incidente, una malattia. Non si riesce a trovare pace, e tutto ciò si esprime anche a livello fisico con emozioni contrastanti di rabbia e profonda sofferenza. L’autostima ridotta al minimo ci conferma di non essere all’altezza delle relazioni e ci spinge a ridurre ulteriormente i rapporti sociali.
S. (sigla di fantasia) ha iniziato a frequentare un ragazzo dopo averlo conosciuto ad un evento di lavoro. In realtà lei da molti anni ha una relazione con un coetaneo, anche se sente che ormai è un rapporto finito. Questo nuovo ragazzo conosciuto sul lavoro le ha provocato subito una forte attrazione. Dopo averlo cercato sui social, ha iniziato a scrivergli e nel giro di poche settimane il coinvolgimento è diventato importante, sia dal punto di vista emotivo che anche fisico. Improvvisamente dopo tre mesi di frequentazione, lui la blocca sui social e per S. inizia un calvario. La sua mente elabora pensieri invasivi, pensa di aver sbagliato a raccontargli alcune cose di se stessa. Non sa come rimediare e come fare per riannodare la relazione. Decide a distanza di tempo di riprovare allo stesso evento di lavoro in cui l’ha conosciuto. Lo vede di sfuggita, lui la nota ma fa finta di niente e se ne va. S. ci resta male, soffre, non capisce come sia possibile che le cose abbiano preso quella direzione. In più si ritrova in grande difficoltà nella sua relazione precedente, non riesce a decidere se uscirne definitivamente oppure mantenerla.
Nelle situazioni sopra descritte, il Ghosting si insinua nelle vite delle persone e in qualche modo le condiziona. I suoi effetti negativi influiscono sugli aspetti emotivi, generano dubbi, provocano dolore e sofferenza. Il suggerimento è relativamente semplice e passa attraverso l’assunzione delle proprie responsabilità. Accettare gli errori, chiarire le situazioni dubbie con la persona che stiamo frequentando, superare la paura dell’abbandono, ritrovare la propria autostima. Il ricorso ad uno psicoterapeuta può essere una valida soluzione per iniziare un percorso di recupero di fiducia in se stessi e per uscire dal tunnel dell’abbandono affettivo.
Categorie: Gestione delle emozioni
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