Cosa si nasconde dietro la ludopatia? In genere siamo abituati a pensare che dietro il gioco vi siano solo slot machines, gratta e vinci, le scommesse e la ricerca della vincita miracolosa. Invece c’è molto di più. Ci sono vissuti personali, sofferenze, rabbia, ansia, depressione. L’impossibilità di vedere qualcosa di diverso dal gioco stesso. Tutta la componente emotiva che la persona vive ha un ruolo predominante. Nella mia esperienza professionale ho affrontato situazioni di dipendenza da gioco che sembravano croniche. Persone che da anni giocavano e sembravano senza speranza. Ed invece la possibilità di uscirne esiste, anche se bisogna lottare dal punto di vista psicologico, e non solo. Nell’articolo di oggi vedremo meglio la ludopatia, scoprendo le dinamiche emotive connesse a questo problema.
S. (nome di fantasia) ha una tabaccheria e gioca al gratta e vinci da dieci anni. Già alcuni anni fa la famiglia, nello specifico il fratello, è intervenuto per colmare un grosso debito. S. non riesce tuttavia a smettere, in rarissimi casi è riuscito a stare senza “grattare” per alcuni mesi. Poi è sempre ricaduto. Ha smesso di avere speranza. Infine, preso dal panico, da alcuni debiti contratti e da una pesante sensazione di mortificazione, decide di uscire allo scoperto, iniziando il percorso di terapia. Durante le sedute emerge un profondo vissuto di sofferenza. Una relazione matrimoniale che non sta andando bene, con tanti silenzi e poco affetto. L’unica via d’uscita sembra il gioco, sembrano i “Gratta e Vinci”.
S. sottolinea di non riuscire a smettere perchè il meccanismo è qualcosa che conosce molto bene. Spiega come il fatto di giocare sia normale nella sua vita, un automatismo ben collaudato che lo fa stare bene. Avverte quel desiderio irresistibile di tentare la fortuna, di giocare, è sicuro che questa volta vincerà. Poi quando invece perde, sta male, e gioca nuovamente per sopperire alla perdita. Un meccanismo tipico della ludopatia, un circolo vizioso che è quasi paradossale. Razionalmente tutti sanno che vincere è statisticamente molto improbabile, tuttavia continuano a giocare. Nel corso del tempo S. ha capito che per lui l’importante è il gioco fine a se stesso: “giocare per giocare”, senza davvero voler vincere, ma solo per vivere quella sensazione stimolante di trasgressione.
In molti articoli dedicati alla dipendenza patologica indico sempre un aspetto chiave per superare il circolo vizioso della dipendenza: la motivazione. Anche nel caso della ludopatia l’aspetto motivazionale è uno degli ingredienti chiave. Non essendo in presenza di una dipendenza fisica ma solamente mentale, conta ancora di più il cercare qualcosa dentro noi stessi che ci possa spingere nella direzione del cambiamento. Ovviamente è fondamentale anche un profondo lavoro interiore per capire la funzione del gioco. Come la ludopatia agisce a livello emotivo, tamponando le ferite e le sofferenze, creando addirittura un contesto irrazionale e temporaneo di benessere psicologico. Infine un ulteriore aspetto chiave è il coinvolgimento della famiglia all’interno del percorso di recupero. Spesso i familiari non sanno come comportarsi, come muoversi, cosa fare. Aiutare il sistema famiglia a capire come comportarsi, quali “paletti” mettere e cosa dire nelle situazioni di difficoltà è un aspetto terapeutico importantissimo.
Nella mia esperienza professionale ho sperimentato che con la giusta motivazione, il lavoro su se stessi e il coinvolgimento della famiglia, è veramente possibile uscire dalla dipendenza da gioco.
Categorie: Dipendenze
Tag: ansia, depressione, dipendenza, dipendenza dal gioco, ludopatia
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