Trovare una “dieta psicologica” che ci permetta di dimagrire può sembrare un’impresa impossibile, quasi un controsenso. E poi soprattutto: che cosa si intende per dieta psicologica? Cosa aiuta la nostra mente a mangiare in maniera sana, equilibrata e soprattutto piacevole? Sono le domande alle quali proveremo a dare risposta in questo articolo.
Vorrei consigliare di iniziare la vostra mattinata con un pensiero insolito. Provate ad immaginare in maniera volontaria le pietanze e gli alimenti che vi piacciono maggiormente, pensare alle occasioni, l’ora ed il luogo in cui consumerete colazione, pranzo e cena.
L’idea di base di questa “visualizzazione” mentale, è quella di ricercare a priori le sensazioni dei cibi che si preferiscono. Riuscire ad evocare gli aspetti piacevoli del cibo li rende più appetibili: il loro odore, il gusto, l’aspetto (cioè ladinamica visiva), in questo modo diventa anche più facile sceglierli per i pasti della giornata.
La “dieta” psicologica per dimagrire deve passare attraverso una sensazione di piacere, se il piacere non ci viene concesso può diventare irrinunciabile, di conseguenza si rischia di perdere il controllo sia a livello mentale che fisico e si rischia di mangiare senza limiti.
In realtà la spiegazione è abbastanza semplice. Basta chiedersi: perché le diete a lungo andare non funzionano e l’esito finale è quasi sempre quello che si riprende a mangiare in maniera smodata o irregolare? La risposta è semplice: perché le diete poggiano su un meccanismo psicologico di controllo, di divieto, di sacrificio. Ma soprattutto contrastano con la percezione inconsapevole che noi abbiamo del cibo: la sensazione inconscia di piacereche il cibo stimola in noi.
Ecco il motivo per agire psicologicamente sul meccanismo del “piacere di mangiare”, senza dimenticare che è opportuno assumere i cibi nella maniera più tranquilla e serena possibile.
Una delle problematiche principali delle diete tradizionali è rappresentata dal rischio di non riuscire a controllare le trasgressioni alimentari. Rinunciando completamente al piacere, limitando la dieta ad aspetti puramente restrittivi, si rischia facilmente di perdere il controllo e addirittura di mettere in atto comportamenti del tutto contraddittori, quali ad esempio abbuffarsi di cibo. La trasgressione, anche episodica, diventa un pericolo ed un problema a livello psicologico perché comporta sensi di colpa e grandi difficoltà a continuare la dieta in maniera efficace.
La tecnica della dieta contradditoria ci permette di superare questa difficoltà perchè le tentazioni a livello alimentare diventano una scelta volontaria della persona e non una perdita di controllo. In questo modo si pianifica volontariamente come mangiare in maniera piacevole, rovesciando completamente il paradigma e riuscendo a “controllare” e “gestire” il piacere di mangiare.
La nostra “dieta” psicologica per dimagrire può diventare efficace solamente se lavoriamo anche sul contesto nel quale consumiamo i cibi. Diventa fondamentale scegliere in maniera accurata lo spazio nel quale mangiare e l’orario più adeguato in base alla nostra organizzazione giornaliera.
L’ideale è mantenere i tre pasti principali: colazione, pranzo e cena. Tuttavia può succedere che le nostre giornate siano ricche di impegni, lavorativi, scolastici o ricreativi. Dobbiamo ogni mattina immaginare cosa ci piace mangiare di più nei tre pasti, quale sarà il luogo nel quale preferiamo assumere ognuno dei tre pasti ed infine l’orario più adeguato nel quale consumarli.
Vorrei soffermarmi proprio sull’importanza del contesto nel quale decidiamo di mangiare. L’indicazione è quella di curarlo il più possibile. Prestare attenzione a tutti i particolari della nostra tavola: usare le tovaglie preferite, impiattare i cibi in maniera gradevole, mangiare con calma e senza fretta, anche in compagnia di altre persone. Il piacere di mangiare è un’esperienza fondamentale e dobbiamo cercare di viverla completamente, altrimenti potrebbe rivelarsi solo una tortura. Certo, il ritmo frenetico della vita di oggi e le modalità di lavoro possono diventare un fattore ostativo in alcuni casi, tuttavia l’indicazione di prestare la massima attenzione possibile ai dettagli resta un punto importante della dieta psicologica.
Categorie: Disturbi Alimentari
Tag: anoressia, binge eating, bulimia, dieta, disturbi del comportamento alimentare, vomiting
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