Il pensiero laterale è la capacità di risolvere un problema attraverso il cosiddetto “approccio indiretto” ovvero affrontadolo da angolazioni diverse, in modo da poterlo prendere in esame in maniera differente e più approfondita. Perché parlare oggi di pensiero laterale? Credo che dobbiamo provare ad affrontare questo momento storico da punti di vista innovativi. Siamo sotto pressione, in crisi ed emergenza. E allora perché, visto che è possibile, non cercare nuovi stimoli, nuove abitudini, battere strade che finora non avevamo neanche considerato? Bene, questa modalità che ho appena descritto è proprio il pensiero laterale: la capacità di vedere la realtà da punti di vista diversi, innovativi. L’articolo mira ad aiutarvi a capire e a ragionare maggiormente su voi stessi, scoprendo alternative e favorendo una maggiore flessibilità di pensiero.
Edward De Bono è senza dubbio il fondatore di questo concetto. All’interno di uno dei suoi più famosi libri: “Sei cappelli per pensare” ci illustra l’importanza di dare un vero e proprio segnale a noi stessi. In maniera intenzionale ed operativa, dobbiamo sforzarci di assumere una posizione di pensiero differente dalla nostra solita. Nello specifico, De Bono illustra sei differenti “cappelli” o modalità attraverso le quali noi possiamo pensare in maniera specifica.
Il cappello bianco riguarda la modalità di pensiero razionale, il riassunto dei fatti, dei numeri e dei dati oggettivi. Il cappello rosso esprime il punto di vista emotivo, quello nero gli aspetti negativi, il giallo la speranza e i pensieri positivi, il verde la creatività ed il blu il controllo del processo di pensiero.
L’utilità di assumere diverse posizioni di pensiero è indubbia. Spesso siamo cristallizzati nella nostra prospettiva, senza riuscire a vedere le cose diversamente. Noi occidentali preferiamo lo scambio dialettico per affrontare qualsiasi tipo di discussione. Il convincere l’altra persona è quasi una necessità. Usando però prospettive differenti di pensiero possiamo essere elastici, vedere la stessa realtà da punti di vista differenti, usare il pensiero come una risorsa e non come un limite.
Voglio provare a dare una dimostrazione di questa tecnica proposta da De Bono applicandola alla nostra situazione di crisi dovuta al Coronavirus. Userò i sei cappelli per esaminare quello che sta accadendo da diverse prospettive.
Vestendo il cappello bianco razionale emerge ancora di più la situazione di emergenza. I bollettini quotidiani sono impietosi e non lasciano troppo spazio a pensieri positivi. Ad oggi la curva di decessi e di persone contagiate è ancora in fase ascendente e non accenna a diminuire, quindi la situazione non può essere definita come rosea.
Il cappello rosso delle emozioni mi permette di vivere e guardare a questa situazione in maniera differente. Se da una parte cresce la paura di poter essere infettati, dall’altra c’è un’energia di rivalsa e la voglia di superare in fretta questo momento.
Il cappello nero è quello del pessimismo, degli aspetti negativi, sicuramente legato alla sfera lavorativa, al rallentamento della sfera economica, alla chiusura di tantissime attività e ovviamente alle tante morti giornaliere che fanno soffrire l’intero Paese.
Il cappello giallo esprime l’ottimismo, mi fa pensare che forse non tutto viene per nuocere e che anche quello che sta succedendo può aiutarci a vedere finalmente le cose in maniera diversa. Ne è un esempio la riduzione di inquinamento in molte città italiane e la riscoperta della solidarietà in campo sociale (ad es. le tante donazioni ad ospedali e Protezione Civile e la risposta dei medici che accorrono in massa all’appello delle Autorità, ben sapendo i gravissimi rischi cui possono andare incontro).
Il cappello verde mi stimola a nuovi progetti, nuove possibilità che possono svilupparsi nel lavoro (ad esempio l’utilizzo futuro dello smart working), nella vita privata (maggiore attenzione alle esigenze della famiglia e dei figli) e nel contesto sociale più ampio.
Il cappello blu deve aiutarmi a mettere insieme tutti questi aspetti, consentendo una riflessione su come organizzare e pianificare i nuovi obiettivi emersi dalle riflessioni precedenti.
In una situazione delicata come questa riuscire a gestire il pensiero senza i nostri filtri non è semplice. Tuttavia vi chiedo di provarci e prendendo i sei cappelli che vi ho descritto, di immdesimarvi nelle varie prospettive, in modo da osservare lo stesso fenomeno da punti di vista differenti. Non necessariamente e solo per quello che riguarda l’emergenza attuale, ma anche per qualsiasi altro fenomeno evento o preoccupazione della vostra vita.
In realtà il pensiero laterale è una forma di Problem Solving che utilizza l’approccio di guardare al problema da diverse angolazioni, cercando punti di vista alternativi alla tradizionale logica sequenziale. La differenza tra i due approcci consente di superare la rigidità di un modello classico e di esaltare il pensiero creativo, mescolando in maniera anche improvvisata e casuale i dati, le ipotesi, le certezze assunte come assolute.
Categorie: Ansia e panico, Crescita Personale
Tag: coronavirus, pensiero laterale, problem solving strategico, Terapia Breve Strategica
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