“Curare l’ansia” forse non è una espressione del tutto appropriata, di solito preferisco parlare di gestione dell’ansia. Ciò non significa che l’ansia non possa essere completamente superata, spesso una delle principali preoccupazioni dei pazienti è proprio connessa al completo superamento delle spiacevoli sensazioni di paura e di panico che si accompagnano all’ansia.
Quello che intendo con cura dell’ansia consiste nell’appropriarsi di tecniche e strategie che possono aiutare la persona ad affrontare le situazioni, gli eventi e le realtà che vengono vissute come minacciose. In particolare costruendo dei circoli virtuosi che al solo arrivare della sensazione di paura si attivano e ci consentono di non sentirsi sopraffatti e di rispondere in maniera adeguata e positiva.
Ricordiamoci che in fondo la paura è una normale emozione che tutti sperimentiamo e che può avere anche una valenza positiva, perché ci protegge in caso di minaccia.
Per curare l’ansia dobbiamo iniziare a sbloccare quei tentativi di soluzione che mettiamo in campo per cercare di tutelarci e di superare la paura, ma che invece di farci star meglio complicano ulteriormente la situazione. Parlo di quei tentativi di soluzione che riteniamo efficaci per superare le sensazioni di inquietudine e di apprensione determinate sia da una situazione specifica (es. guidare la macchina, gli spazi aperti o chiusi, la paura di un animale, …), che dalla quotidianità in generale (es. la paura pervasiva di tutto quello che ci circonda).
Solitamente il tentativo messo in atto è quello di provare a non essere colti di sorpresa dall’ansia, cercando nello specifico di evitare quelle emozioni spiacevoli di sofferenza e paura legate proprio alla realtà vissuta come minacciosa.
Tali forme di “evitamento”- note nella pratica clinica come “soluzione disfunzionale” – sebbene riescano a favorire un superamento momentaneo della paura non facendola percepire al soggetto, in realtà non fanno altro che aggravarne la sintomatologia. Solo evitando di evitareil soggetto riuscirà veramente a superare la paura patologica.
Un ulteriore tentativo di soluzione che sembra tutelarci, ma che in realtà può portare fuori strada, è quello di ricorrere all’aiuto di un familiare, un collega o amico. Per evitare di avere una crisi e sentirci male, ci facciamo aiutare da una persona di fiducia, solo in questo modo riusciamo ad affrontare la situazione che ci spaventa. In realtà questa è una ammissione implicita del fatto che da soli non riusciamo ad affrontare la situazione che ci preoccupa ed avremo sempre bisogno di qualcuno per superare la prova.
L’esperienza di Edoardo (nome di fantasia) riassume in maniera chiara le due tentate soluzioni sopradescritte. Dopo aver lavorato in tutta Italia, utilizzando ogni tipo di mezzo: il treno, la macchina, l’aereo, improvvisamente Edoardo ha iniziato ad avvertire una sensazione spiacevole, uno sorta di eccessiva preoccupazione, sfociata infine in un attacco di panico in macchina ed un altro in treno. Ad un iniziale momento di reazione logica a quanto accaduto è seguito un altro di forte sconforto, una paura crescente di prendere la macchina, che lo ha indotto a farsi accompagnare da un collega in ogni trasferta di lavoro. Il dubbio di non riuscire a guarire e le preoccupazioni conseguenti hanno generato una paura diffusa, non solo per quello che riguardava la guida o i mezzi di trasporto, ma addirittura anche andare a comprarsi un paio di occhiali da sole lo gettava nel panico. Non sapendo più cosa fare Edoardo si rivolge al mio studio.
Il lavoro principale si è subito incentrato nel favorire un abbassamento della paura patologica per riportarla ad un livello di normalità. Ci siamo calati in maniera paradossale nelle sue peggiori preoccupazioni e paure attraverso la strategia della mezz’ora di passione. Ogni giorno Edoardo hadovuto ritagliarsi una mezz’ora di tempo nella quale isolarsi e calarsi nelle sue paure e preoccupazioni, sforzandosi di stare peggio che potesse. Questa tecnica, con il suo funzionamento paradossale, gli ha fatto vivere un’esperienza nuova: più cercava la paura e più non riusciva a trovarla, anzi riusciva addirittura a sentirsi bene, e a rilassarsi al punto di rischiare di addormentarsi.
A seguito di questa prima fase di intervento e attraverso questa esperienza positiva è stato possibile in una seconda fase calibrare la strategia migliore per fare in modo che Edoardo, giorno dopo giorno, prendesse maggiormente consapevolezza delle sue capacità e di come gestire l’ansia in ogni situazione. La terapia ha avuto un ottimo successo, con una riduzione totale delle crisi di ansia e una rinnovata capacità di affrontare le situazioni stressanti.
Edoardo è riuscito nuovamente e a mettersi al volante e a prendere il treno senza più ricorrere alle soluzioni disfunzionali che lo avevano limitato.
Per saperne di più su ansia e panico ascolta il mio podcast:
Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, Attacchi di Panico, fobie, monofobie, panico, paura, sintomi ansia
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