Dall’ansia alla depressione: può sembrare il titolo di un libro, invece si tratta del percorso emotivo che molti di noi stanno vivendo in questi giorni caotici e confusi. Ci sono persone costrette a rimanere confinate in casa e persone che invece sono obbligate ad andare lavorare, alcune, come il personale sanitario, in condizioni al limite, sottoposte a turni estenuanti, in una situazione di stress mai provato prima, data l’eccezionalità del rischio di contagio da Corona virus.
Non mi riferisco solo al personale sanitario, penso anche ai molti colleghi psicologi ed educatori che gestiscono comunità di minori o adulti, impegnati ogni giorno a gestire gruppi di persone con patologie più o meno gravi, che accettano con ancora maggiore difficoltà emotiva quello che sta succedendo. Vorrei provare con questo articolo a descrivere due situazioni emotive – ansia e depressione – che tra di loro sembrano distanti e che invece vengono accomunate dagli eventi drammatici di questi giorni.
Un collega mi ha raccontato che, dopo aver spiegato al gruppo degli utenti della comunità di tossicodipendenti che gestisce, il fatto che non sarebbero più potuti uscire, la rabbia di uno dei pazienti è esplosa con insulti e pugni sul muro. La preoccupazione non è solamente quella di non sapere come uscire da una situazione nei confronti della quale ci sentiamo impotenti, ma anche quella di dover andare avanti, soprattutto senza sapere fino a quando durerà l’emergenza. “Una paura più grande contro una paura più piccola” in questo caso il virus si pone come una paura più grande che scaccia temporaneamente le paure più piccole dalla nostra mente e vi si installa. Ma l’ansia e la preoccupazione, come descritto anche in precedenti articoli:
“Come gestire l’ansia per evitare di perdere il controllo”
possono avere risvolti anche positivi, dal momento che ci costringono a stare allerta e ci sostengono nell’affrontare una situazione più grande anche di noi.
In questi giorni molte persone stanno sperimentando un’intensa sensazione di disagio e di angoscia. Il trovarsi ogni giorno a casa, in attesa che qualcosa possa finalmente cambiare da un momento all’altro, sta logorando molti. L’ansia può manifestarsi con una sensazione di dolore al petto, un vero e proprio peso, angosciante. Questa condizione è disarmante, è come sentirsi condannati, ci sembra di non poter fare nulla per risolvere la situazione. Abbiamo a disposizione solo una serie di comportamenti e di regole che possiamo mettere in pratica per prevenire la possibilità del contagio. Paradossalmente l’ansia invece può aiutarci a mettere in campo questi accorgimenti, mentre con l’angoscia e la depressione rischiamo di lasciarci andare. Perché il pensiero è quello di mollare tutto, tanto il finale è già scritto.
Invece è importante rimanere motivati ed impegnati anche da casa. Motivati a combattere quanto ci sta accadendo, rispettando le regole, aiutandoci a vicenda. Ed inoltre è fondamentale mantenerci attivi. Rimanere a casa può condurre all’isolamento, alla paura di essere soli. I tanto criticati social in questo particolare momento storico possono essere fonte di compagnia, d’ispirazione e magari anche di riflessione. Molte associazioni sul territorio si stanno muovendo per aiutare le persone più in difficoltà con servizi mirati e di supporto. Ma l’aiuto migliore deve venire da noi stessi, dal nostro inconscio, dalla capacità che tutti noi abbiamo di far fronte alle avversità.
Il ruolo dello psicologo in questo particolare momento è quello di mettersi a disposizione, di fornire supporto quando richiesto, di aiutare i soggetti più deboli – perché ansiosi o depressi – a trovare il giusto equilibrio che permetta loro di contenere le forme di angoscia e di ansia ad un livello accettabile.
Categorie: Ansia e panico, Gestione delle emozioni
Tag: ansia, coronavirus, depressione
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