Essere genitori al giorno d’oggi nasconde numerose insidie, inutile negarlo. I genitori sono sempre più soggetti passivi di un bombardamento mediatico che fornisce informazioni spesso contrastanti e non sempre corrette. Queste informazioni possono facilmente portare il genitore fuori strada, non consentendogli di interpretare con chiarezza il proprio ruolo e di prendere le decisioni più opportune. Nell’articolo di oggi vorrei portare testimonianza dell’intervento di formazione rivolto alla genitorialità da me svolto venerdì della scorsa settimana presso la sede dell’IKEA di Padova, di fronte ad un folto pubblico di genitori.
All’inizio dell’intervento ho posto le basi per una migliore comprensione del ruolo genitoriale, sottolineandone l’importanza di un ruolo attivo: attraverso cioè l’apprendimento di strumenti pratici e di competenze “organizzative” esso può diventare un vero e proprio punto di riferimento per i figli. La famiglia come ogni tipo di sistema organizzato necessita di regole, entrambi i genitori devono cercare di costruire un sistema di principi, di direttive, che possa essere il più possibile caratterizzato da una linea comune. Senza un’uniformità nell’organizzazione famigliare si corre il rischio di creare dei circoli viziosi disfunzionali, nell’ambito dei quali i figli approfittano di uno dei due genitori per poter ottenere quello che vogliono, in una prospettiva davvero poco educativa.
Spesso le problematiche che si vengono a creare con i nostri figli possono essere ridotte oppure completamente risolte attivando due importanti tipologie di risposta:
Per risolvere i piccoli problemi che incontriamo con i nostri figli, una possibile soluzione funzionale può essere anche quella di considerare in maniera più accurata ogni scambio comunicativo. La comunicazione ha un ruolo fondamentale per aiutare il genitore ad essere efficace a livello relazionale e per costruire la sintonia affettivo-emotiva più adeguata con il proprio figlio. Chiaramente un genitore che assume una posizione più “morbida” e flessibile potrà attendersi esiti differenti rispetto ad un genitore che manifesta una modalità relazionale autoritaria. Ciò non significa che in alcune situazione non vi sia la necessità di essere maggiormente “direttivi” a fronte di alcune trasgressioni. La cosa fondamentale è quella di trovare una giusta sintonia, “danzando” fra diverse posizioni relazionali a seconda delle differenti situazioni che si vengono a creare nell’interazione con i figli.
Avere consapevolezza di come funziona il proprio sistema famigliare ci può essere d’aiuto per disattivare quei tentativi di soluzione disfunzionali nei confronti dei nostri figli, o meglio per attivare quelli più opportuni a seconda delle situazioni. Attraverso le ricerche condotte dal prof. G. Nardone durante gli anni ‘90 è stato possibile individuare alcuni caratteristici modelli di famiglia, il cui funzionamento può influire negativamente sulla crescita ideale e funzionale dei propri figli. Di seguito i principali modelli di famiglia e genitorialità:
Modello iperprotettivo: i genitori fanno tutto ciò che è nelle loro possibilità per far sì che il proprio figlio possa star bene, anticipandone spesso i bisogni, risolvendo le difficoltà e sostituendosi a lui in tutto e per tutto;
Modello democratico permissivo: il rapporto è completamente improntato suldialogo tra i componenti della famiglia, vi è una completa parità fra i suoi membri, i genitori svolgono un ruolo quasi di confidenti, di amici dei propri figli;
Modello sacrificante: i genitori si sentono chiamati ad un ruolo di arrendevolezza e di rinuncia, a sacrificarsi per il benessere dei figli, pensando che poi ne verranno in qualche modo ricompensati in futuro;
Modello intermittente: i genitori mettono in attoun comportamento ambivalente, con rapidi cambiamenti delle posizioni relazionali, altalenando momenti di eccessiva comprensione a momenti di autorità, oscillando trauna relazione affettiva ed una anaffettiva e fredda;
Modello delegante: i genitori delegano il loro ruolo alla famiglia allargata, ad esempio ai nonni, generando una dinamica di competizione;abdicando alle proprie responsabilità essi inducono nei figli la sensazione di persone deboli e poco convincenti;
Modello autoritario: il tentativoda parte di un genitore (a volte di entrambi) di esercitare il proprio potere attraversouna ricerca costante di disciplina e di controllo delle decisioni.
Ognuno di questi modelli è caratterizzato da una serie peculiare di regole e di dinamiche comunicative: essere genitore al giorno d’oggi è sicuramente un ruolo molto complesso che secondo me può anche rivelarsi un momento affascinante (oserei dire quasi magico) di relazione affettiva.
La prospettiva che ho cercato di trasmettere è quella che il genitore ha un ruolo attivo nell’educazione e nella gestione del proprio figlio; è attraverso la scoperta delle soluzioni che si riesce a risolvere e a spiegare i problemi.
Categorie: Adolescenza
Tag: adolescenza, famiglie, genitori, genitorialità, Terapia Breve Strategica
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