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Quali sono i sintomi della bulimia?

31 Gennaio 2020

I sintomi della bulimia sono di solito associati a grandi difficoltà dal punto di vista emotivo. Spesso nella pratica clinica mi sono trovato ad affrontare situazioni nelle quali il cibo diventa un potente strumento per la gestione delle emozioni. Una paziente recentemente ha descritto il cibo e l’abbuffarsi come l’unico momento importante della sua giornata, il momento in cui

finalmente è possibile lasciarsi andare e perdere il controllo”.

L’assunzione smodata di cibo viene percepita come un modo per stare bene, per sentirsi meglio, tuttavia questo momento di pace e rifugio può diventare un vero e proprio momento di tribolazione in conseguenza del fatto di non essere in grado di gestire il proprio comportamento. Attraverso l’articolo vedremo cosa si intende per bulimia, descrivendo nello specifico i sintomi che la caratterizzano.

I sintomi della Bulimia: aspetti fondamentali

Come già sottolineato, spesso il cibo può diventare un vero e proprio rifugio, l’unico momento di reale tranquillità, il momento nel quale il soggetto ha la sensazione che l’assunzione di cibo permetta di gestire e controllare le emozioni. La dinamica che può venire ad instaurarsi nel soggetto bulimico è una sfrenata tendenza ad abbuffarsi, ad ingurgitare qualsiasi tipo di alimento in maniera incontrollabile, provando piacere nel gustare il cibo e nell’ingozzarsi. Tuttavia aleggia sempre in lui la sensazione di una discreta e continua paura di poter perdere il controllo, di non essere in grado di esercitare un freno o una qualche forma di autodisciplina. Nel soggetto bulimico si svolge una costante battaglia per tentare di controllare il desiderio di mangiare, ma in realtà ottiene solo l’effetto contraddittorio e paradossale di lasciarsi andare a vere proprie abbuffate.

In altre parole più si cerca di controllare il piacere nei confronti del cibo e più si ottiene l’effetto contrario di una perdita di controllo, e quindi il rischio di abbuffarsi.

Una paziente sottolinea che spesso durante la giornata pensa al momento in cui potrà abbuffarsi in pace appena finito il lavoro; si controlla durante tutto il pomeriggio, per poi potersi lasciare andare nell’orario serale una volta rientrata a casa. Le emozioni che vive sono contrastanti, da un lato una sorta di senso di colpa, mitigato però dal sentirsi piena e soddisfatta dopo aver mangiato un po’ di tutto: sia dolce che salato. Questa sensazione di tranquillità che si vive dopo un’abbuffata è proprio quello che viene ricercato: un rifugio, un momento di serenità rispetto alle proprie difficoltà ed insicurezze.

Quali tipologie di bulimia?

Per rispondere a questa domanda, facciamo riferimento agli studi condotti dal Prof. Giorgio Nardone presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo. A seguito del lavoro di ricerca le forme di bulimia sono state distinte in:

Bulimia Boteriana: richiamati dal nome del celebre pittore e dagli altrettanto celebri personaggi sovrappeso dei suoi dipinti, in questa categoria rientrano i soggetti che si possono definire “obesi”, nei quali sono presenti anche disfunzioni di carattere organico oltre che psicologico. Solitamente si tratta di persone ben adattate alla loro situazione, che proprio per il fatto di avere accettato la propria condizione, il proprio aspetto fisico, si sentono incapaci di mettersi a dieta e vivono con soddisfazione la dipendenza dal cibo. Ritroviamo in loro il regime di disordine alimentare che richiama la sequenza classica sopra descritta: l’incapacità di riuscire a gestire le proprie reazioni, una sorta di perdita di controllo dei propri comportamenti, il cibo come strumento per trovare serenità e non provare sentimenti ed emozioni negative.

“Carciofo”: è una categoria nella quale ritroviamo soggetti che periodicamente tentano di mettersi a dieta ma non resistono per molto tempo e ricadono regolarmente in abbuffate. Sono persone che vedono nell’essere sovrappeso una sorta di difesa naturale rispetto al mondo esterno: il cibo e l’aspetto fisico come “protezione relazionale”.

Yo- Yo: all’interno di questa categoria ritroviamo quelle persone che passano alternativamente ed in maniera conscia dal peso forma ai chili in eccesso, alternando periodi di dieta a periodi di stravizi. Spesso questi soggetti riescono a rimanere a dieta per alcuni periodi ristretti, per poi perdere completamente il controllo, concedersi il piacere del cibo e riacquistare il peso. Si alterna quindi una sorta di “controllo” a momenti in cui vi è una quasi totale “perdita di controllo”. Recentemente una paziente ha descritto in maniera chiara questo tipo comportamento:

Avrei voluto evitare di mangiare il dolce portato a scuola dai miei alunni, ero a dieta, ma non ho resistito e l’ho mangiato. Non ho rispettato la dieta e poi tornata a casa ho continuato a mangiare senza freni”.

In alcune situazioni la bulimia può essere anche accompagnata da comportamenti che cercano di ridurre e prevenire l’aumento di peso, ad esempio auto-inducendosi il vomito, oppure assumendo lassativi o diuretici, oppure attraverso un eccessivo aumento dell’esercizio fisico, oppure ancora attraverso momenti di vero e proprio digiuno.

Bulimia e terapia

La Terapia Breve Strategica pone in primo piano la figura del paziente e mira, con tecniche personalizzate, a favorire un riappropriarsi del piacere del cibo, senza costrizioni ma attraverso una logica del tutto paradossale. Per spiegarmi meglio, le tecniche che vengono utilizzate in un percorso strategico breve lavorano in modo che la persona possa riacquistare nuovamente il piacere nei confronti con il cibo, senza rimanerne schiava, favorendo anzi lo sblocco della sintomatologia ed il ritrovamento di una modalità funzionale nei confronti del cibo.

Contattami per saperne di più o per fissare una consulenza, il mio numero è il 340.41.90.915 oppure scrivimi una mail a studio@guidodacutipsicologo.it

Categorie:

Tag: bulimia, disturbi del comportamento alimentare, Terapia Breve Strategica

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