La Ketamina è un farmaco anestetico parente chimico della fenciclidina, meglio conosciuta come “polvere d’angelo”, segnalata dalla World Health Organization nella “lista dei farmaci essenziali” indispensabili per un ospedale. Come sembrerà chiaro la Ketamina è principalmente un farmaco, i suoi effetti si esplicano sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) influenzando la percezione del dolore e stimolando particolari sensazioni.
Il suo impiego principale è come anestetico e proprio per queste sue spiccate caratteristiche fu ampiamente impiegato dagli americani nella guerra del Vietnam. Recenti studi indicano che bassi dosaggi di Ketamina possono essere addirittura impiegati su pazienti affetti da depressione, per ottenere un miglioramento del tono dell’umore. Tuttavia esiste un’altra faccia della medaglia, legata alla problematicità derivante dall’uso “ricreativo”che viene fatto di tale farmaco.
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
Jim Morrison
La Ketamina, formula chimica 2-(2-clorofenil)-2-(metilammino) cicloesanone, è una sostanza liquida, molto simile all’acqua, che può essere ingerita o iniettata per via endovenosa. Per uso ricreativo può essere riscaldata fino ad ottenere per evaporazione una polvere biancastra da sniffare o da ingerire, se compressa in pastiglie. A seconda del dosaggio si possono sperimentare diversi tipi di effetti. Si passa dalla leggera stimolazione, all’euforia simile a quella causata dal consumo di alcolici, sino a sperimentare uno stato completamente dissociativo molto intenso, che può portare a forti allucinazioni. Il suo uso prolungato può indurre dipendenza.
Come per altre sostanze allucinogene, l’utilizzo della ketamina può condurre ad una profonda esperienza interiore ed onirica, un vero e proprio “viaggio interiore”, una sorta di ingresso in un’altra realtà. Per questo motivo la ketamina viene anche definita sostanza enteogena, ossia sostanza psicoattiva in grado di esercitare un effetto psichedelico o allucinogeno tale da favorire esperienze mistiche e spirituali. Come è facile intuire, quando si vive una esperienza visionaria tale da procurare stati di allucinazione dissociativi tra mente e corpo, il rischio a livello psicologico diventa enorme.
Raccontiamo l’esperienza di consumo di Ketamina di un paziente, Mario (nome di fantasia), che ancora oggi ricorda quei momenti con estrema preoccupazione. Mario era solito frequentare “rave party”, feste di musica autogestite ed illegali, spesso organizzate in aree industriali abbandonate o in spazi aperti come boschi, cave, foreste, con una durata variabile che può arrivare anche ad una settimana.
Mario racconta che durante i “rave” consumava grandi quantità di sostanze psicotrope, ecstasy, anfetamine e cocaina. Nell’ultimo periodo aveva cominciato ad assumere anche Ketamina e tutto sommato l’esperienza non gli era dispiaciuta, anzi aveva contribuito ad aumentare le sensazioni interiori di viaggio spirituale nella musica. Poi una volta di colpo l’esperienza si è rivelata troppo intensa e da quel momento Mario ha realizzato che era necessario smettere. Era giorno, mattina presto, improvvisamenteMario ha cominciato a vederetutto nero, non c’era più nessuno intorno a lui. D’un tratto dal buio sono comparse delle striscioline verdi, come strani geroglifici; guardandoli meglio si è reso conto che erano gli stessi codici di Matrix, un famoso film di fantascienza di fine anni novanta.
Senza neanche rendersene conto si è sentito leggero e ha iniziato una strana danza, una serie di movimenti istintivi che non riusciva a smettere, in un contesto in cui aveva perso completamente la concezione del rapporto spazio-tempo. Visti dall’esterno, alcuni amici hanno descritto i movimenti di Mario come quelli tipici di un’arte marziale, al punto che al termine della sua esibizione Mario avrebbe dichiarato “sono un maestro di kung fu”. In realtà Mario aveva giocato a pallone da ragazzo e non aveva mai frequentato alcuna palestra di arti marziali.
Questa esperienza “drogastica” lo aveva lasciato incerto e confuso, disorientato al punto tale di faticare a comprendere la sua reale identità. E’ da quel momento che Mario ha deciso di smettere e dopo alcuni mesi iniziare un percorso di psicoterapia.
La storia di Mario ci fa capire il rischio psicologico nel consumo di Ketamina e la forte dipendenza che può creare a livello mentale questa sostanza. Agendo sui principali centri cerebrali, la Ketamina crea una percezione distorta della realtà, il rischio è che tale distorsione possa permanere anche dopo l’assunzione. La ricerca di realtà alternative a quella nella quale il soggetto vive, rischia di determinare un evitamento della realtà e una difficoltà di gestione delle emozioni e della vita in generale, innescando uno stile di vita totalmente disfunzionale.
Categorie: Dipendenze
Tag: Ketamina, storie di dipendenza, Terapia Breve Strategica
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