La paura del giudizio è una forma di paura radicata in ciascuno di noi, una paura che ci stimola a cercare di sbagliare il meno possibile per evitare brutte figure di fronte agli altri. Molto spesso tendiamo a negare l’errore fingendo di non avere realmente sbagliato, ma la situazione si complica quando con l’intento di non sbagliare iniziamo ad evitare tutte quelle situazioni che potrebbero metterci a disagio. Comincia così un viaggio senza ritorno nel quale ogni situazione, ogni momento di interazione con gli altri, diventa una vera e propria fonte di disagio, alla quale cerchiamo in ogni modo di sfuggire.
Il giudizio è un concetto insito nella nostra cultura, a cominciare dalla scuola dove il voto è vissuto come qualcosa di fondamentale, così tanto temuto da rendere a volte infernale la vita degli studenti. Al lavoro il concetto di giudizio si esprime nella “valutazione” delle prestazioni, cioè nel riscontro del capo riguardo alle nostre capacità tecniche, relazionali e comunicative all’interno dell’azienda. Quando svolgo corsi di formazione in azienda, al solo pronunciare la parola “valutazione”, gli animi si scaldano. Mi piace quindi parlare più di feedback, ma indipendentemente dal termine che usiamo, il giudizio è comunque ed in ogni contesto un’arma a doppio taglio: sebbene ci aiuti a crescere è comunque particolarmente temuto.
Michela (nome di fantasia) è una giovane studentessa universitaria al terzo anno di medicina; i primi due anni sono andati a gonfie vele, il terzo invece è diventato un tormento. Durante una mattina in biblioteca ha iniziato ad avvertire delle strane sensazioni di ansia che si sono rapidamente trasformate in un vero e proprio attacco di panico. In un primo momento Michela attribuisce il problema all’eccessivo caldo di inizio settembre e ad un calo di zuccheri, invece purtroppo anche nei giorni seguenti il solo avvicinarsi all’università e all’aula degli esami le genera una paura insuperabile. Decide allora di chiudere temporaneamente con lo studio e di non affrontare gli esami.
Fatalmente questa paura del giudizio e di non essere all’altezza la porta a temere anche il giudizio dei compagni per non essere riuscita a sostenere tutti gli esami del terzo anno. Sa bene che questo problema non sussiste perché molti altri suoi compagni risultano indietro, tuttavia sente forte il peso del loro giudizio e preferisce allontanarsi dall’università. Per non stare con le mani in mano trova lavoro come cameriera ma inconsciamente si rende conto della necessità di affrontare il problema se davvero vuole concludere il percorso di studi.
Michela è arrivata nel mio studio con le idee confuse, ha affrontato la terapia in maniera diffidente perché non aveva fiducia di potercela fare. Il lavoro terapeutico si è quindi incentrato sull’obiettivo di favorire fin da subito un miglioramento attraverso una riduzione delle sue paure nei confronti dell’università e del giudizio in generale. Adottando la tecnica della peggiore fantasia M. ha rivissuto l’ansia provata quella prima volta in biblioteca, senza tuttavia arrivare a sperimentare gli stessi effetti fisiologici. La tecnica consiste nel chiedere alle persone di calarsi nelle loro peggiori paure e preoccupazioni, in un preciso lasso di tempo nel corso della giornata. Quella che potrebbe apparire a tutta prima come una sorta di “tortura” è invece una strategia altamente paradossale. Infatti durante la mezz’ora in cui il paziente si concentra sulle proprie angosce, la paura viene affrontata in quella maniera diretta che ne favorisce la presa di coscienza ed il superamento. La paura si trasforma in coraggio, questo è il risultato ultimo dell’applicazione di una tecnica basata sul paradosso.
Attraverso la terapia Michela è riuscita nuovamente a trovare la fiducia in se stessa, si è liberata dalle proprie ansie, è tornata in università e ha completato gli esami del terzo anno: ormai gestisce la paura e l’eccessiva tensione con le nuove strategie apprese, senza più esserne travolta.
Categorie: Ansia e panico, Gestione delle emozioni
Tag: ansia, paura, paura del giudizio, Terapia Breve Strategica
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