“La vergogna di essere grassa è qualcosa che ho iniziato a vivere a vent’anni. Oggi che ne ho 55 provo ancora quella terribile sensazione. Una sorta di senso di colpa e di non sentirmi a mio agio. Ovunque vada sento di essere osservata e giudicata. Non mi va di andare in piscina, la sola idea di comprare un costume mi fa venire i brividi. Mi sento triste e mortificata, in colpa con me stessa per non riuscire a dimagrire.”
Questa testimonianza è molto forte e racconta della sofferenza di una paziente di fronte ad un peso corporeo eccessivo. L’articolo affronta questa tematica così delicata e profonda, mettendo in luce l’importanza delle emozioni e delle modalità con le quali guardiamo al nostro corpo.
Non piacersi può trasformarsi in una vera e propria ossessione quando il nostro corpo non è quello che vorremmo. Alcune parti, nello specifico, non sono come le avremmo immaginate oppure come vorremmo che fossero. Questi pensieri ci bloccano perchè mostrano una realtà distorta. Una paziente racconta:
“ogni volta che guardo le mie gambe sto male. Penso che potrei averle diverse ed invece sono sbagliate, corte e non in linea con il resto di me stessa. Le vedo grosse, troppo, e non faccio che pensarci. Non mi sento a mio agio”.
In una situazione di questo tipo il pensiero agisce bloccando la persona, non l’aiuta a prendere decisioni, a vivere in maniera serena la propria socialità ed il rapporto con gli altri. La sensazione che ne risulta è di grande sconforto, avvalorato da un pensiero fisso sulla propria forma fisica che giudica così insoddisfacente.
A. (nome di fantasia) racconta come negli ultimi quindici anni sia entrata nel “loop” delle diete. Lo definisce proprio così: un nodo, un cappio. Una continua ricerca di dimagrire attraverso regimi alimentari più o meno restrittivi, che in realtà la riportavano sempre nello stesso vicolo cieco.
“Ogni volta sembrava una dieta miracolosa, ma poi, persi alcuni chili, le cose tornavano ad essere come sempre. Non riuscivo a dimagrire e perdevo il controllo, tornando a mangiare schifezze. Ho sempre vissuto con profonda vergogna il fatto di avere dei chili di troppo. Soprattutto perchè erano l’immagine della mia incapacità di dimagrire; e poi anche perchè a livello sociale non mi facevano sentire completamente serena.”
In tutte queste testimonianze notiamo la profonda sofferenza ed il senso di colpa nel vivere una situazione di sovrappeso. Una sofferenza emotiva che deve essere infine affrontata e superata con il supporto di un esperto. All’interno dei percorsi di terapia che propongo è uno degli aspetti che vengono presi subito in considerazione. Solamente se si riesce a canalizzare e ridurre le emozioni negative e di sofferenza, è possibile lavorare positivamente anche sul piacere del cibo. Un piacere che deve essere valorizzato e reso unico anche mediante la conoscenza delle preferenze alimentari della persona stessa.
Una paziente a fine percorso mi ha scritto un messaggio:
“Grazie Guido, è grazie al rinnovato piacere nei confronti del cibo che ora mi sento veramente fuori dalle sofferenze. So di dover perdere ancora qualche chilo, tuttavia mi sento bene con me stessa e vivo il rapporto con l’alimentazione in maniera salutare”.
Categorie: Disturbi Alimentari
Tag: binge eating, bulimia, disturbi del comportamento alimentare
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