“Perché con il caldo mi viene l’ansia?” Una domanda lecita che spesso viene posta da pazienti che seguo per problematiche di ipersudorazione. Possiamo affermare in maniera scontata che il caldo non aiuta a concentrarsi, anzi può creare sensazioni di affaticamento e di irritazione. Tutte emozioni che a loro volta generano agitazione, fastidio, tensione. Uno stress psicosomatico che contribuisce a stimolare nel soggetto ansioso uno stato di paura di sudare in varie situazioni e momenti della giornata.
“Dottore ho paura di stringere la mano a fornitori e clienti per paura che possano scoprire che sono agitato, in uno stato di tensione”
In questa situazione M. racconta la sua paura di esporsi in situazioni sociali, nello specifico in occasione di lavoro, ma più in generale in tutti quei momenti in cui si trova in ambienti ristretti e magari anche caldi. Quando gli capita di entrare in ambienti di lavoro dove l’aria condizionata non funziona gli sale panico, inizia a sudare alla sola idea di dover stringere le mani degli interlocutori. Il pensiero lo blocca e lo condiziona, facendogli interpretare questi momenti come minacciosi ancora prima di calarsi nella situazione reale. M. vive con disagio sia il periodo estivo che il periodo invernale, perchè purtroppo questa sua ansia genera dei veri e propri momenti di tensione, da cui vorrebbe fuggire.
Un elemento che non dobbiamo trascurare è il ruolo del pensiero. M. vive le sue mani sudate con ansia ancora prima di entrare in una stanza. Per questo motivo è fondamentale lavorare sui pensieri ricorrenti ed invasivi che lo assalgono ogni volta che si trova potenzialmente in una situazione di tensione. Pensare di non pensare è impossibile, per questo è fondamentale imparare ad accogliere e a gestire diversamente gli stimoli che provengono dal profondo di noi.
“Sono entrato in farmacia, ho percepito una esagerata sensazione di calore, ho cercato di controllarmi ma purtroppo ho iniziato a sudare ancora di più”.
Nel caso di F. la sola percezione di calore ha generato in maniera inconscia un aumento della stessa. F. racconta di aver provato a controllare le sensazioni, ma il risultato è stato esattamente l’opposto. In questi casi la ricerca istintiva di autocontrollo determina una perdita dello stesso. E’ come se cercando di trattenere la paura e i suoi sintomi, in realtà si renda la paura stessa ancora più forte. Cercare di controllare i sintomi è la prima reazione impulsiva che la nostra mente tenta di mettere in atto. Tuttavia F., durante il percorso di terapia, ha iniziato a capire che la cosa fondamentale è invece quella di accogliere i sintomi, di non rifiutare le tensioni, cercando di ascoltarle per arrivare a comprenderle e governarle. Così facendo si attiva un meccanismo psicologico positivo che tende a limitare l’eccessiva sudorazione.
Nei casi descritti il lavoro terapeutico si è incentrato sulle strategie e tecniche del modello breve strategico. Favorire una comprensione della problematica, e soprattutto agire per imparare a gestire l’ansia, ovvero la risposta fisiologica alla paura. Se, come nel caso di F., invece di controllare, proviamo a guardare la paura negli occhi, le cose cambiano. Attraverso la strategia della peggiore fantasia è possibile affrontare il problema dell’eccessiva sudorazione in maniera innovativa e vincente.
Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, caldo, iperidrosi, ipersudorazione, pensieri ossessivi
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