Perché l’adolescenza è un periodo difficile?
In un’intervista Jim Morrison disse una volta:
“Amo gli adolescenti perchè tutto quello che fanno lo fanno per la prima volta”.
In così poche parole viene descritto in termini semplici e piuttosto chiari il delicato momento del passaggio adolescenziale che i ragazzi si trovano ad affrontare. Ad un certo punto essi si accorgono che tutto è nuovo, si inizia a percepire il cambiamento e la sensazione di indipendenza, le emozioni si fanno più intense e difficili da controllare. Un vero e proprio terremoto che non può non essere descritto come “difficile” per i ragazzi, ed ovviamente anche per i genitori, che sono in prima linea nella gestione dei loro figli. Nell’articolo di oggi affrontiamo alcune tematiche connesse con la competizione e la paura, due aspetti molto presenti in adolescenza.
I ragazzi di oggi si trovano a vivere in una società ultra competitiva. La scuola, il gruppo dei pari, lo sport… tutti contesti che sono presenti da sempre, tuttavia nell’epoca attuale si riscontra un livello competitivo altissimo. Una ragazza che seguo in terapia riferisce grandissima fatica a sopportare il “peso” che avverte nel gruppo classe, una sorta di condizionamento strisciante. Alcune volte preferirebbe addirittura evitare la scuola per paura di non riuscire a fare “bella figura” davanti a tutti i compagni. La paura le fa vivere la competizione come un momento da evitare, per il timore di non sentirsi all’altezza della situazione.
La paura è proprio una delle emozioni che più contraddistinguono il periodo adolescenziale. Nel caso sopra descritto, un’eccessiva competizione può indurre facilmente un’emozione irrazionale di paura. Ma non solo all’interno del contesto scolastico. Un ragazzo che ho seguito viveva in maniera particolarmente difficile il contesto del gruppo dei pari. L’ansia di essere escluso e di non riuscire a primeggiare ha determinato una reazione di avversione nei confronti del gruppo stesso. Si è chiuso in casa, ha iniziato a saltare gli allenamenti sportivi e anche a scuola le cose sono peggiorate. La paura è un’emozione che in adolescenza, se non gestita, può portare a momenti di grandissima difficoltà.
L’idea di non dover studiare o di non dover essere obbligati ad impegnarsi in un percorso di crescita personale, è oggi piuttosto diffusa. Molti ragazzi pensano che per mezzo di internet e dei social network sia possibile sbarcare il lunario e trovare rapidamente le risposte alle proprie necessità economiche: soldi facili. E’ indubbio che alcuni influencer e giovani imprenditori sono riusciti attraverso i social ad ottenere un discreto successo, a volte addirittura insperato nelle proporzioni. Ovviamente però non è così facile per tutti, e ognuno deve costruire la propria strada attraverso modalità di crescita differenti. Mi spiego meglio, l’idea non è quella di ostacolare, di dissuadere i ragazzi dai loro sogni, ma di fornire loro punti di vista alternativi. L’immagine ideale è quella di “oliare gli ingranaggi”, cioè permettere loro di sviluppare un senso critico nei confronti della realtà, in modo da riuscire a valutare in modo equilibrato quali siano i progetti che possono essere portati avanti, e quali invece sono da abbandonare o costruire diversamente.
S. a 16 anni leggeva libri di economia, sentiva che la scuola non le stava dando quello di cui aveva bisogno per il suo futuro. Una ragazza brillante, attenta ai dettagli, ma con una grandissima paura di non farcela. La sola idea di non riuscire a diventare una manager di successo nella vita, la demoliva psicologicamente. Come se studiare economia in piena notte potesse realmente renderla più efficace ed efficiente. Questo era solo uno dei suoi atteggiamenti perfezionisti e di ricerca di un traguardo ancora molto distante. Durante i nostri colloqui di psicoterapia abbiamo spesso ragionato su come una persona per diventare manager di successo debba trovare un buon equilibrio nel rapporto vita-lavoro. Anche per un manager lavorare in piena notte deve essere un’eccezione e non la normalità. S.ha iniziato a lavorare su se stessa applicando i suggerimenti emersi dai colloqui, ponendo in primo piano l’equilibrio psicologico come motore chiave per tornare serena e ha iniziato nuovamente a dormire la notte.
Categorie: Adolescenza
Tag: adolescenti, adolescenza, competizione, crisi adolescenziale, paura
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