Il problem solving strategico ed il coaching strategico possono aiutarci in tutte quelle situazioni in cui, a livello relazionale, in un contesto lavorativo e nella vita di tutti i giorni, ci troviamo in difficoltà e non riusciamo a trovare una soluzione. Spesso, spinti da buone intenzioni, rischiamo di sbagliare completamente approccio, ottenendo un effetto esattamente opposto a quello desiderato. Oggi approfondiremo una storia ed un percorso di problem solving, che ci potrà aiutare a capire meglio.
Il primo step di ogni processo di problem solving consiste nel definire in maniera precisa la situazione. Il primo passo verso la soluzione è sempre quello di definire in maniera concreta lo scenario in cui il problema si genera e si mantiene. Nella situazione che vorrei raccontarvi, M. è una web design. Da circa due anni ha concluso gli studi universitari e ha iniziato ad avvicinarsi al mondo del lavoro. Nel primo anno successivo agli studi ha svolto un interessante tirocinio presso una piccola agenzia pubblicitaria, in totale cinque dipendenti, dove il rapporto umano fra colleghi era posto in primo piano. M. ricorda con grande nostalgia la dinamica relazionale con il titolare e i soci, fosse stato per lei sarebbe rimasta anche dopo lo stage, se le avessero stipulato un contratto.
Alla conclusione del tirocinio, M. si è rimessa in discussione per trovare il suo primo lavoro, e grazie ai suoi sforzi, è riuscita a trovare una nuova occupazione presso un’agenzia importante. La soddisfazione è stata grande durante i primi mesi di lavoro: nuovi colleghi, una mansione semplice ma al contempo diversa dalla precedente, molte occasioni per assimilare nuovi concetti e modalità di lavoro. Con il trascorrere del tempo, tale entusiasmo è cambiato, le mansioni che in un primo momento erano nuove e interessanti in breve tempo si sono trasformate in ripetitive e noiose, anche se ancora accettabili in un’ottica di crescita professionale. L’obiettivo di M. diventa allora quello di poter crescere all’interno della nuova agenzia, trovare sempre nuovi stimoli e riuscire a rivestire un ruolo di responsabilità, mantenendo sempre la caratteristica di umiltà che la contraddistingue.
Improvvisamente un evento inaspettato cambia completamente le carte in tavola, il capo è stato promosso ed una collega lo sostituisce. La vita lavorativa di M. cambia. Il suo nuovo capo, la ex-collega, forse per insicurezza, forse per timore di compromettere la nuova posizione raggiunta, inizia a controllarla in ogni aspetto lavorativo. Si relaziona in maniera sgarbata quando si sente superata da una qualche iniziativa personale di M..
Di fronte a questa situazione nuova M. reagisce chiudendosi in se stessa. Il piacere di andare a lavoro si va affievolendo e inizia a crescere una forte sensazione di disappunto, verso se stessa per non riuscire a gestire la situazione e verso il suo nuovo capo che non la lascia respirare. La soluzione che M. intravvede è piuttosto disfunzionale:
licenziarsi e cambiare lavoro. Da una parte risolverebbe sicuramente il problema, in quanto si “sbarazzerebbe”, del nuovo capo. Tuttavia dall’altra però rimarrebbe invariata la percezione di non avere le capacità e le risorse di uscire da una situazione alquanto complicata. Durante le nostre sedute di coaching le propongo di mettere in campo un nuovo approccio a livello relazionale.
In maniera contro-intuitiva e contradditoria, le propongo di invitare il capo a brevi ma frequenti riunione giornaliere, in modo da coinvolgerlo spesso durante il lavoro. Inoltre ogni qualvolta il lavoro si presenta diverso dalla routine quotidiana, le suggerisco di coinvolgere il capo nella approvazione delle modifiche da lei proposte. Messi in pratica i nuovi consigli, M. sperimenta un’inversione di rotta da parte del nuovo capo. Il fatto di essere coinvolta nel lavoro la rassicura, liberandola dal pensiero che M. le voglia portare via il posto. Di conseguenza M. riesce a vivere la realtà lavorativa in maniera più libera e autonoma, senza pressioni e con rinnovato entusiasmo.
Talvolta i problemi sono complessi, dal punto di vista psicologico siamo bloccati e non vediamo soluzioni e possibilità alternative. In altre situazioni, come nel gioco delle scatole cinesi, aperta una prima scatola se ne trova un’altra e poi un’altra ancora. In queste situazioni è importante affrontare un problema per volta, per poi andare a risolverli tutti in maniera funzionale.
Categorie: Crescita Personale
Tag: business coach, cambiamento, definire obiettivi
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