L’esperienza dell’ansia e del panico è spesso una sensazione normale nella vita di ognuno di noi. Se un cinghiale dovesse caricarci in un bosco, la nostra paura salirebbe alle stelle, attivando meccanismi fisici e mentali che ci consentirebbero di trovare soluzioni immediate: ovvero fuggire dalla carica dell’animale e metterci al riparo. A livello evolutivo è stato vantaggioso sviluppare la capacità di provare ansia: la specie umana non sarebbe sopravvissuta a lungo se fosse rimasta calma e tranquilla di fronte ai pericoli.
L’ansia ci può motivare a raggiungere obiettivi e migliorare le nostre prestazioni.
Tuttavia ansia e panico possono anche diventare molto pericolose se impattano negativamente sulla vita delle persone. In particolare quando l’ansia mina la qualità della vita della persona, può trasformarsi in una prigione dalla quale può sembrare impossibile uscire. Durata, intensità e frequenza sono le tre caratteristiche che distinguono l’ansia sana ed utile da quella problematica e anormale.
Per conoscere meglio i sintomi dell’ansia leggi un mio precedente articolo:
“I sintomi dell’ansia raccontati da un paziente”
Spesso coloro che vivono insieme alla persona che soffre di ansia non sanno cosa fare e come comportarsi. Anche dialogare sembra impossibile, il rischio è di non sapere mai cosa dire per il timore di essere poco delicati o troppo comprensivi.
Vediamo oggi quattro frasi tipiche che sarebbe meglio evitare.
Dire di stare calmo a qualcuno che ha un problema con l’ansia può essere controproducente e generare ulteriore preoccupazione. L’ansia non è una scelta, non si decide di essere ansiosi, la persona che prova tale sensazione vorrebbe stare calma, ma non vi riesce. E’ più sensato chiedere alla persona se c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarla in quel momento di difficoltà.
Qualsiasi sia la paura che la persona vive, per lei è sicuramente importante. Non siamo noi a determinare se è veramente una paura oppure no. Molte persone che prendono ogni giorno l’aereo non riescono a capire come vi siano persone che hanno paura di volare. Così come chi ogni giorno percorre molti chilometri per lavoro non può comprendere chi ha paura di mettersi al volante. Dobbiamo rispettare la percezione che la persona ha della realtà associata alla sua paura, senza essere compassionevoli, ma in maniera comprensiva.
Se hai avuto realmente un’esperienza di ansia e panico, e conosci dunque questo problema, allora puoi condividerlo con la persona che ne soffre. In caso contrario è meglio evitare questa espressione verbale. Il solo fatto che prima di una partita importante siamo tesi non vuol dire aver provato un attacco di panico. La paura di un esame non è niente a confronto con l’ansia che ti blocca e non ti fa più uscire di casa, prendere l’ascensore o andare in luoghi affollati. Prendi maggiori informazioni e documentati, solo in questo modo puoi veramente capire di cosa stiamo parlando.
Evita di parlarne! Più parli della paura che la persona vive e più questa diventa pervasiva e diffusa. Parlare della paura implica considerare la persona che ne soffre solo in relazione a tale problematica. Se noi diamo un fertilizzante speciale ad una piantina, questa crescerà a dismisura; allo stesso modo parlare dell’ansia porta a farla crescere d’importanza e di valore. Evitare di parlarne è una buona strategia per aiutare chi soffre ad iniziare a prenderne le distanze.
Trovare la giusta modalità per supportare una persona che soffre di ansia è molto importante. Se da un lato possiamo inconsciamente mettere in atto comportamenti che rischiano di far aumentare il panico, dall’altro possiamo consapevolmente lavorare in direzione contraria, aiutando la persona che ne soffre ad iniziare a riconoscere e affrontare il problema.
Con la Terapia Breve Strategica si aiutano tutti coloro che stanno intorno alle persone che soffrono di paura patologica a comunicare e relazionarsi in maniera efficace. Se vuoi saperne di più contattami.
Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, Attacchi di Panico
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