Sport e benessere psicologico sono un binomio particolarmente importante, ce ne siamo resi conto proprio in questo periodo di quarantena, quando molti di noi hanno sofferto l’impossibilità di uscire a camminare, correre, andare in bicicletta o in montagna. Nel weekend appena trascorso ho ripreso ad arrampicare dopo quasi tre mesi di inattività ed è stata una sensazione davvero rilassante, che ha richiamato alla mente l’importanza di fare sport per il nostro benessere psicofisico.
L’attività fisica intensa genera nell’organismo la produzione di endorfine, sostanze chimiche che operano come neurotrasmettitori e che funzionano come “antidepressivi” naturali. La sensazione che rilasciano le endorfine è di generale benessere o addirittura di euforia. Prendiamo ad esempio il caso dell’arrampicata sportiva: a livello mentale crea uno stato di concentrazione molto intenso, uno stress per la mente, seguito poi – a conclusione dello sforzo fisico – da una sensazione di pace e serenità. Il momento della performance sportiva è sicuramente intenso e complesso, ma nel successivo periodo di riposo la sensazione di benessere e pace che si genera è indubbia.
Il mio compagno di arrampicata riassume molto bene questo concetto. Spiega che la quarantena lo ha messo molto sotto stress, ha continuato a lavorare da casa e ovviamente non ha trovato particolari canali di sfogo. Appena ha ripreso a prendere contatto con la roccia ha trovato una valvola di sfogo veramente importante, lo sforzo fisico e la tensione psicologica per mantenere alta la concentrazione hanno contribuito a regalargli quelle sensazioni di pace e di soddisfazione piena che non provava da tempo.
Lo sport in generale ha proprio questa caratteristica di ridurre sensibilmente il rimuginio dei nostri pensieri. La concentrazione che dobbiamo mettere nell’atto sportivo, che sia un movimento di gioco nel calcio, la corsa giornaliera oppure il gesto tecnico in qualsiasi sport aiutano a focalizzare tutta la nostra attenzione e ad accantonare temporaneamente ogni altro pensiero.
In qualche caso invece può accadere che l’atleta, al contrario, non riesca a liberarsi dei propri pensieri, e di conseguenza il rischio potrebbe essere quello di non riuscire ad ottenere una prestazione di adeguato livello. Le sue performance rischiano di ridursi significativamente e di innescare un circolo vizioso in cui i pensieri la fanno da padrone, a volte generando persino una situazione problematica. In tali casi può essere importante intervenire attraverso un percorso specifico di psicoterapia, per tornare a vivere il momento dell’attività sportiva agonistica in maniera efficace e al pieno delle proprie possibilità. Nel complesso la pratica sportiva ha un ruolo essenziale nel favorire il nostro benessere psicologico, soprattutto a livello amatoriale, favorendo l’accantonamento di quelle idee negative che tanto spesso ci perseguitano.
La motivazione nel mantenere una certa costanza nell’attività fisica è un aspetto fondamentale e complesso. Parto proprio da questo ultimo aspetto, ovvero la complessità di mantenersi attivi: uscire a correre la sera, andare a camminare nel weekend o ad arrampicare la domenica. La difficoltà sta proprio nel mantenere alte la motivazione e quella costanza che ci consentono di seguitare a svolgere un’attività fisica così edificante per il nostro corpo e per la nostra mente. In molti casi sono i risultati che permettono di mantenere alta la motivazione: riuscire a superare i propri limiti aumentando le prestazioni personali spesso favorisce un aumento della voglia di proseguire e mantenersi assidui nell’attività sportiva che abbiamo scelto. Lo sport ovviamente non può risolvere tutti i problemi della nostra vita, tuttavia rappresenta un impulso importante per favorire un migliore benessere psicologico.
Categorie: Psicologia dello Sport
Tag: psicologo padova, sport, Terapia Breve Strategica
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