La Terapia Breve Strategica è particolarmente efficace ed efficiente per i disturbi alimentari. Questo approccio di psicoterapia è orientato ad individuare le modalità in cui si sviluppa una particolare problematica e patologia. Anche nei disturbi del comportamento alimentare si pone l’attenzione sucome intervenire in base alla problematica presentata, cercando di favorire una nuova realtà funzionale. Il lavoro è incentrato sin da subito sulla necessità di capire il funzionamento del problema (il come e non il perchè) presentato dalla persona nei confronti del cibo
Il sistema percettivo reattivo consiste nella modalità con la quale percepiamo e di conseguenza come reagiamo di fronte alla realtà. Ad esempio, nel caso della bulimia il soggetto percepisce a livello emotivo una necessità di ricerca del piacere attraverso il cibo. Quest’ultimo diventa lo strumento chiave mediante il quale affrontare la realtà; tuttavia la ricerca del piacere attraverso il cibo si trasforma rapidamente in una vera e propria “prigione”. Il soggetto bulimico tenta di limitare il desiderio di magiare ma ogni tentativo di condizionare il piacere ottiene l’effetto opposto. Si genera una una perdita totale di controllo, che lo spinge a lasciarsi completamente andare al piacere del cibo attraverso l’abbuffata. Il tentativo di soluzione, che la persona mette in campo per cercare di vivere la propria realtà in maniera più accettabile, si trasforma in una soluzione disfunzionale. Ovvero una soluzione che non aiuta a superare il problema ma lo complica e addirittura lo alimenta. Questa ricerca incontrollata del piacere diventa la modalità attraverso la quale il soggetto bulimico legge l’intera realtà.
La Terapia Breve Strategica cerca di rompere il circolo vizioso delle tentate soluzioni sopra descritte attraverso una serie di tecniche e strategie molto precise. Fra un appuntamento e l’altro vengono consegnati al paziente dei “compiti a casa” (homeworks) che hanno la funzione di interrompere lo schema disfunzionale. Spesso i pazienti sono preoccupati da questi compiti, come se fossero tornati ai tempi della scuola. Tuttavia mi sento di rassicurarli, in quanto spesso questi “esercizi” rientrano nel flusso di vita delle persone e cercano semplicemente di apportare miglioramenti in un’ottica di rottura dei precedenti schemi disfunzionali.
Nel caso dei disturbi alimentari le strategie fornite mirano ad operare in maniera paradossale nell’orbita delle modalità percettive del piacere. Il ruolo del cibo, centrale nella vita del soggetto, deve essere riportato ad un vero e sostenibile concetto di piacere. Solo in questo modo è possibile nuovamente affrontare i pasti come un momento realmente piacevole e significativo della vita del soggetto.
Solitamente un percorso di Terapia Breve Strategica nel caso dei disturbi alimentari consiste in una serie iniziale di appuntamenti ogni quindici giorni, per una durata media tra le 10 e le 20 sedute, in funzione della complessità del problema in esame. Quando si evidenziano i primi miglioramenti le sedute si diradano, per dare sempre più spazio e concentrare la terapia sui miglioramenti ottenuti, per consolidarli nel tempo. Come già accennato all’inizio dell’articolo, si segnalano ottimi risultati in termini di efficacia e di efficienza. Gli studi condotti dal Prof. Giorgio Nardone presso il centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo hanno evidenziatoalte percentuali (circa l’85%) di risoluzione positiva di patologie connesse con l’alimentazione ed il cibo.
Categorie: Disturbi Alimentari
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