Terapia Breve Strategica e Mindfulness, uno strano binomio non ancora trattato all’interno del mio blog. Nell’articolo di oggi vorrei raccontarvi i punti di contatto fra la Terapia Breve Strategica e la Mindfulness, il cui significato si può riassumere con il termine “consapevolezza”. In collaborazione con Alessandro Savio, abbiamo lavorato per creare delle sinergie. Per offrire percorsi strutturati in cui uniamo le strategie del mio approccio con quelle proprie della Mindfulness. Vediamo più nel dettaglio queste due tipologie d’intervento.
Descrivo spesso la Terapia Breve Strategica come un intervento che aiuta in breve tempo a sbloccare una situazione problematica. In pratica si cerca di aiutare la persona ad ottenere un cambiamento attraverso l’utilizzo di strategie mirate, modellate sulla realtà del singolo paziente. Una sorta di rottura di quegli schemi che bloccano e riducono la qualità della vita della persona. Il ruolo delle strategie è fondamentale. Veri e propri “compiti a casa” che, svolti come concordato con il terapeuta, motivano fortemente le persone ad entrare nel flusso del cambiamento.
Un primo punto di contatto è proprio l’utilizzo di strumenti pratici che aiutano a trovare una nuova consapevolezza. Come nel caso della Terapia Breve Strategica, anche nella Mindfulness le pratiche favoriscono una nuova apertura mentale. In entrambe le discipline si evince l’importanza del lavoro con la persona, allo scopo di motivarla e di aiutarla ad entrare in un percorso di cognizione, lucidità e svolta personale.
La prima fase di un percorso di Terapia Breve Strategica è dedicata a favorire un’importante riduzione dei sintomi. L’ansia ed i pensieri che generano preoccupazione devono essere indirizzati e gestiti in maniera differente. Nella prima fase della terapia spesso sottolineo che il lavoro è rivolto al “pensare meglio”, ovvero a pensare in maniera diversa. Cercando di ascoltarsi diversamente si riesce anche a diminuire la sintomatologia ansiosa. Nella seconda fase della terapia, una volta che la sintomatologia si è ridotta, il lavoro è teso a consolidare questi nuovi risultati ottenuti.
Nella fase di consolidamento della terapia, può essere di particolare efficacia l’utilizzo della Mindfulness. Zinn definisce la Mindfulness come:
“la consapevolezza che emerge prestando intenzionalmente attenzione, nell’istante presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza, momento per momento”.
Una volta sbloccato il circolo vizioso, la prigione invisibile in cui la persona si trova in relazione alla paura patologica, la Mindfulness può diventare un valido aiuto terapeutico. Una maggiore attenzione e un diverso focus mentale consentono di lavorare in maniera costante su se stessi. La capacità di concentrarsi sull’esperienza che si vive nel momento presente, facendo in modo di rendere funzionali i pensieri. Per saperne di più sulla Mindfulness ascolta il seguente video di Alessandro Savio cliccando qui.
Nel mio lavoro di psicologo e psicoterapeuta cerco costantemente nuove collaborazioni con esperti di altre discipline. Ritengo che offrire ai pazienti la possibilità di affinare gli ottimi risultati ottenuti con la Terapia Breve Strategica, attraverso l’interazione complementare con terapie affini – come appunto la Mindfulness – possa essere considerata una gradita opportunità. Tale interazione funziona anche in senso contrario. Capita infatti che persone che hanno iniziato un percorso di Mindfulness trovino giovamento nell’interazione con la Terapia Breve Strategica, come dimostrano alcuni casi trattati in collaborazione con Alessandro Savio. Nei prossimi articoli vi racconterò le ulteriori collaborazioni con professionisti e cliniche che avvalorano e potenziano il mio intervento di psicoTerapia Breve Strategica.
Ansia e Paura
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Categorie: Ansia e panico
Tag: ansia, mindfulness, panico, Terapia Breve Strategica
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